ABBASSO LA GUERRA IMPERIALISTA E TUTTI I GOVERNI CHE LA SOSTENGONO! DIFENDERE L'IRAQ DAGI INVASORI ANGLO-AMERICANI
Dichiarazione
del Movimento per la rifondazione della Quarta Internazionale
1 – L’imperialismo americano,
i suoi accoliti britannici, e tutti i loro complici nel mondo capitalista,
hanno aperto le porte alla barbarie – generata dal loro sistema sociale in
decadenza – sferrando l’attacco all’Iraq. Non si tratta solo di
un’aggressione ingiustificata al popolo Iraqeno ma di una nuova ondata di
crimini contro l’umanità.
George W. Bush, il nuovo Nerone
alla Casa bianca, guardando bruciare l’Iraq e leggendo la sua dichiarazione
di guerra, ammette cinicamente che un numero imprecisato di civili innocenti
verrà sacrificato in quanto “effetti collaterali” e che l’aggressione
all’Iraq e il “cambio di regime” a Bagdad sono solo i primi passi di una
indefinita e terroristica “guerra al terrore” che si estenderà a tutto il
Medio Oriente a all’intero pianeta.
Iran,
Corea del Nord, Siria e tutta una serie di Paesi – accusati esplicitamente o
meno di far parte dell’"Asse del male" ed inclusi in una lista
aperta e senza fine – sono i prossimi bersagli, delle future
aggressioni imperialiste.
La
guerra dell’imperialismo statunitense mira non solo all’occupazione
militare dell’Iraq per il controllo del petrolio ma anche a ridisegnare la
mappa politica dell’intero Medio Oriente, a modificare radicalmente i
rapporti internazionali tra gli Stati e le classi secondo le esigenze della
crescente ed insolubile crisi del capitale mondiale.
Come risaputo, i pazzi reazionari
in forza a Washington, la cricca “neo-conservatrice” di Paul Wolfowitz,
Donald Rumsfeld e Dick Cheney, già nel 1997, avevano stilato un “Progetto
per il nuovo secolo americano”, o Pnac, in cui chiedevano “la destituzione
del regime di Saddam Hussein” ed una “riaffermazione della supremazia
degli Usa” in questa regione strategica ed in tutto il mondo. Il Pnac è
stato correttamente definita come “ la formula per il dominio globale da
parte degli Usa”. La tempesta di missili Cruise e Tomahawk che si è
abbattuta su Bagdad a partire dal 20 marzo 2003 è solo il primo passo verso
l’attuazione di questo scenario da incubo.
In
realtà, il grandioso “Progetto per il nuovo secolo americano” porterà
piuttosto ad un “secolo anti-yankee”. I guerrafondai
e i criminali di guerra hanno
sottovalutato sia le reazioni e la resistenza delle masse oppresse della
regione e di tutto il mondo, sia l’impatto della guerra sulla crisi sempre
più acuta del loro sistema sociale.
La
globalizzazione dei mercati finanziari degli ultimi dieci anni, non solo non
è riuscita a contenere la crisi o ad inaugurare la nuova epoca del trionfo
del capitalismo ma ha portato catastrofi sociali, crolli finanziari a livello
internazionale, bancarotta di interi Paesi come l’Argentina e ha provocato
una serie di guerre sempre più devastanti. L’Imperialismo manifesta
chiaramente la sua natura di stadio
storico del declino capitalista e della barbarie, un’epoca di guerre
e rivoluzioni.
Il
crollo dell’Unione sovietica non ha rigenerato il sistema capitalista storicamente
decadente. Dopo dieci anni, il capitale ritrova nuovamente il suo
limite nel capitale stesso.
2
– La riaffermazione della politica imperiale degli Usa non è la prova della
forza “invincibile” dell’"unica superpotenza mondiale" così
come sostengono gli apologeti e gli impressionisti,
bensì la manifestazione delle contraddizioni della più forte ed
egemonica potenza capitalista, gli Stati uniti d’America, nel quadro della
decadenza storica e della crisi del capitalismo mondiale. Dal 1980 in poi, il
capitalismo statunitense si è trasformato dal più grande esportatore al più
grande importatore di capitale, finanziando i suoi deficit federali e
commerciali con flussi di capitali stranieri. Non può regolare le sue
contraddizioni interne senza un equilibrio mondiale crollato con lo scoppio
della crisi capitalista mondiale. Il capitalismo americano, nonostante la sua
superiorità rispetto a quello europeo e giapponese, ha accumulato nelle sue
fondamenta tutte le contraddizioni del mondo. Il capitale americano necessita
urgentemente, nel caos del dopo Guerra fredda, di una nuova forma di dominio.
Questa
ridefinizione delle relazioni internazionali politiche e di classe attraverso
la guerra significa l'inizio di un periodo di esplosioni politiche e di
sconvolgimenti sociali.
La
politica estera degli Usa si è trasformata in un fattore di radicalizzazione
nella situazione politica mondiale, portando milioni di persone a manifestare
nelle piazze contro la guerra e contro l’imperialismo, destabilizzando i
regimi capitalisti ed i governi di ogni Paese, aggravando tutte le
contraddizioni economiche e politiche del capitalismo mondiale.
3
– Nata dalla crisi, la guerra sta ulteriormente aggravando la crisi stessa
in tutte le sue forme. Aumenterà la tendenza mondiale alla depressione e alla
deflazione. L’Unione europea è particolarmente vulnerabile ma neanche
l’economia degli Usa, il centro della crisi mondiale, riuscirà a sottrarsi
al momento della verità.
La
guerra ha aggravato gli antagonismi interimperialisti, ha inasprito il
conflitto tra America ed Europa, ha spaccato la Nato e l’Unione europea,
messo in crisi profonda l’Onu. E’ cominciato un periodo di crisi politiche
e di convulsioni. Milioni di persone delle masse oppresse, in particolare i
giovani, partecipano ad azioni di dimostrative contro la guerra come non si
vedeva dai tempi della guerra in Vietnam. Milioni di persone sono scese in
piazza già molti mesi prima della guerra. Dal 20 marzo il movimento di massa
contro la guerra continua a crescere in tutto il mondo, da New York, San
Francisco e Londra a Buenos Aires, Cairo, Atene, Gerusalemme, Roma, Madrid,
Bilbao, Amman, Parigi, Berlino, Città del Messico, Sanaa, Sydney e Tokyo. Le
masse diventano un fattore integrale molto forte nella politica mondiale
capace di incidere sulle operazioni di guerra, minando tutti i preparativi
politici della classe dominante, destabilizzando governi e regimi. Non ci sarà
un rovesciamento di regime solo a Bagdad. Il grido di battaglia delle masse
argentine ¡Que se vayan todos! (via tutti!) sarà presto globalizzato.
4
– Gli invasori imperialisti devono confrontarsi non solo con le eroiche
masse iraqene sul campo di battaglia ma anche con il movimento mondiale contro
la guerra.
Ora
più che mai il proletariato, i giovani, le masse oppresse, le organizzazioni
dei lavoratori e le masse popolari devono radicalizzare le lotte attraverso le
dimostrazioni di massa, azioni di sciopero e scioperi generali, il blocco
delle basi militari e delle ambasciate statunitensi ed inglesi, il blocco
delle ferrovie, porti ed aeroporti per impedire il passaggio di materiale
bellico e lo spostamento del personale militare.
In
modo particolare nei Paesi coinvolti nella campagna di guerra degli Usa
bisogna rivendicare con forza non un soldato, non un soldo per la guerra,
portate le truppe a casa.
Bisogna
fermare e sconfiggere questa guerra reazionaria ed imperialista con l’azione
di classe di massa e sostenere la difesa incondizionata dell’Iraq e della
popolazione iraqena fino alla vittoria.
Nel
contempo, la difesa incondizionata dell’Iraq non significa in alcun modo
sostegno politico al regime di Saddam Hussein. Il regime baathista è una
dittatura borghese che opprime da decenni i lavoratori, massacra i militanti
del movimento operaio, colonizza e stermina il popolo kurdo. Ma spetta a
queste forze e non agli imperialisti e ai loro pupazzi rovesciare il regime e
sostituirlo con un loro governo, un governo operaio e contadino dei popoli
arabo e kurdo dell’Iraq, che solo potrebbe sconfiggere realmente e
durevolmente l’imperialismo e aprire la strada ad una prospettiva
rivoluzionaria di liberazione per l’intera regione, quella della federazione
socialista del Medio Oriente.
La
difesa incondizionata dell’Iraq oggi, mantenendo nel contempo
l’opposizione politica al regime baathista, è la precondizione necessaria
di tale prospettiva.
Esortiamo
il popolo kurdo ed i suoi combattenti a rifiutare qualsiasi forma di
collaborazione con gli imperialisti statunitensi e con le forze armate turche,
a resistere al loro intervento, a bloccare qualsiasi tentativo di aprire un
fronte del nord all’invasione imperialista, a battere qualsiasi tentativo di
occupazione da parte degli Usa o della Turchia di Kirkurk, di Mossul e della
regione meridionale del Kurdistan.
Per il diritto
all’autodeterminazione del popolo kurdo!
Per l’unità delle masse arabe
iraqene e kurde per sconfiggere gli invasori imperialisti!
Le
masse kurde e palestinesi, insieme alle masse dell’intera regione,
pagheranno un prezzo enorme se vincerà l’imperialismo. Sconfiggiamo la
“deportazione” della popolazione palestinese pianificata dai cani da
guerra sionisti di Bush! Abbasso l’occupazione sionista e la macchina
statale del terrore di Sharon! Per il diritto all’autodeterminazione del
popolo palestinese! Vittoria all'intifada! Per una Palestina laica e
socialista nel suo intero territorio storico nel quadro di una federazione
socialista del Medio Oriente!
Bisogna
rifiutare qualsiasi illusione circa il ruolo dell’Onu o dell’Europa, in
particolare riguardo l’imperialismo francese e tedesco, e respingere
qualsiasi forma di collaborazione di classe in nome della “pace”.
L’indipendenza
politica del proletariato è fondamentale per riunire intorno a sé tutte le
masse popolari contro la guerra imperialista ed il sistema sociale che la
genera.
Le
forze rivoluzionarie devono intervenire subito nella crisi politica prodotta
dalla guerra per trasformarla in una situazione rivoluzionaria e trasformare
la guerra imperialista in una guerra di liberazione dal giogo
dell’imperialismo e dalla schiavitù capitalista.
L’unica
strada per un mondo di pace e di giustizia è la strada della rivoluzione
socialista mondiale!
Esortiamo
le avanguardie di tutto il mondo ad unirsi e a lottare per la costruzione
dell’Internazionale rivoluzionaria dei lavoratori, per la rifondazione della
Quarta Internazionale che diriga la battaglia contro la guerra imperialista e
tutti i suoi governi, per il potere dei lavoratori ed il socialismo mondiale.
Movimento
per la rifondazione della Quarta Internazionale
Partido
Obrero (Argentina); Partito operaio rivoluzionario (Grecia); Partido da Causa
Operaria (Brasile); Associazione marxista rivoluzionaria Progetto comunista
(Italia); Lega operaia socialista (Palestina); Partido de los Trabajadores
(Uruguay); Lega marxista dei lavoratori (Finlandia); Opposizione trotskista
Internazionale (sezioni di Usa, Ucraina, Gran Bretagna, Germania, India,
Danimarca).