L'
INTERVENTO
DI FRANCO GRISOLIA
AL VI CONGRESSO NAZIONALE
C'è
un elemento di involontaria e un
po' ironica coincidenza storica nel fatto che teniamo questo congresso di aperta
scelta governista qui a Venezia.
Fu
infatti in questa città che nel lontano 1957 I'allora riformista di sinista PSI
di Pietro Nenni realizzò la svolta che apriva il suo lungo percorso verso la
coalizione col centro borghese nel primo centro -sinistra .
Il
fine indicato era quello di portare la forza del movimento dei lavoratori (oggi
sui direbbe e si dice dei movimenti) nell'ambito
stesso del governo .
Sappiamo
come è andata a finire.
Noi
siamo più avanti (a negativo) dei
Nenniani del 57 nei rapporti col centro borghese perchè abbiamo gia realizzato l'esperienza governista, sia
pure senza ministri, col primo governo Prodi,
ma il metodo
e la concezione generale rimanono le stesse.
Come
si disse allora è l'entrata nella "stanza dei bottoni", cioè delle
decisioni importanti.
A
questo proposito molti critici, a mio giudizio inconseguenti, hanno usato
formule come, "la stanza c'era ma non i bottoni" oppure "entrare
in quella stanza significa avere il
governo, ma non il potere"
Non
condivido questi concetti, in fondo giustificativi, che trasformano in errore di
comprensione quelle che sono scelte di collaborazione di classe.
No,
compagni, si può entrare nella stanza del potere e prendere decisioni
importanti Solo che la stanza e la metaforica macchina coi bottoni
sono
quelli della borghesia e chi li preme lo fa per conto di questa classe e non di
quella operaia.
Questo
era vero nell'epoca del boom economico degli anni '60, figurarsi oggi.
Del
resto lo abbiamo visto semplicemente dall'anticamera di un governo borghese
appunto nel '96-98.
E
ora chiedo compagni di quale classe abbiamo rappresentato gli interessi votando
a favore del pacchetto Treu ? o dei centri di detenzione per gli immigrati ? o
delle finanziarie lacrime e sangue?
La
risposta sta nella verità dei fatti. Abbiamo rappresentato gli interessi della
borghesia contro i lavoratori, i giovani, i poveri e gli immigrati.
E
questo passato recente, sempre rimosso, ci parla del futuro prossimo.
Basta
vedere il programma reale di Prodi fatto di privatizzazioni, armamenti, guerre
"umanitarie", ulteriore attacco ai diritti dei lavoratori per renderse
conto.
Ma
questi concetti hanno valenza generale.
Rappresentano
la triste esperienza di ogni opzione di governo di coalizione, aperta o
mascherata, con la borghesia, in ogni tempo e ad ogni latitudine.
Per
questo abbiamo voluto far figurare nella nostra mozione congressuale il
riferimento ad una frase di Rosa
Luxemburg che riassume magnificamente la classica posizione marxista sulla
questione del governo.
Diceva
la rossa Rosa
"il
ruolo della socialdemocrazia è per sua natura quello di un partito di
opposizione; come partito di governo può farsi avanti solo sulle rovine dello
stato borghese" aggiungendo nel contempo che solo la lotta di classe poteva
essere il veicolo per la conquista di riforme ed obbiettivi parziali.
Non
la grigia teoria ma l'albero sempre verde della storia hanno confermato in pieno
questi concetti.
Cocetti
che sono stati propri solo del documento congressuale di Progetto Comunista,
l'unico che, tra le critiche delle altre minoranza, ha afferto con chiarezza
"mai al governo con la
borghesia" "mai al governo nel capitalismo" (se non per
distruggerlo)
Che
non sono come è stato detto concetti privi di senso, ma l'abc della concezione
marxista, confermata pienamente da tutta l'esperienza concreta
Una
battaglia costante quella di Rosa Luxemburg, questa grande rivoluzionaria (
principale esponente, con Lenin e Trotsky della sinistra marxista della II
Internazionale) contro i governisti della sua epoca.
E
qui permettimi, compagno Bertinotti, un confronto, certo un po' audace, tra le
tue posizioni e quelle della Luxemburg
In
una tua recente intervista hai affermato in riferimento alla tue posizioni in
rapporto a quelle della GAD "non intendo certo dire "Delenda Cartago",
con riferimento aslla frase del politico della Roma antica Catone che
conclufdeva tutti i suoi interventi con la frase" Per tutto quanto riguarda
tutto il resto io credo che bisogna
distruggere Cartagine"
Convengo
con te , compagno Fausto, sono sicuro che non vuoi distruggere nè Cartagine ne
null'altro e, che fuor di metafora, il progetto che ci consegni qui non può nè
vuole distruggere o modificare nulla del presente stato di cose.
Rosa
Luxemburg, invece, nella sua battaglia centrale e costante contro ogni opzione
gradualista o governista, a dire il vero allora assai cauta, della sua epoca,
ritenne di dover usare in altro modo il vecchio motto latino. Perciò concluse
il suo intervento in un congresso centrale della socialdemocrazia tedesca in cui
si era appunto confrontata con quelle posixzioni con questa frase:
"Per
concludere io voglio dire, col vecchio Catone, "per quanto riguarda tutto
il resto io credo che dobbiamo distruggere lo stato borghese"
Queste
parole restano valide a tutt'oggi.
Perchè
senza una prospettiva di lotta contro la borghesia , i suoi goveni, le sue
istituzioni economiche e politiche non è possibile, in particolare in un
periodo di crisi economica e sociale quale quello che viviamo, realizzare alcuna
riforma per i lavoratori e gli oppressi, ma solo partecipare a nuovi attacchi
contro le loro condizioni di vita e i loro diritti, come abbiamo già fatto nel
'96-98.
E'
per questo che io rivendico pienamente il concetto che come Progetto Comunista
abbiamo avanzato fin dall'aprirsi
della
nuova svolta del partito e che ci ha causato
attacchi -permettetemi, un po' strumentali- anche da parte di sostenitori
di alcuni documenti critici : "Nessun
governo borghese nel nostro paese sarà privato
di una opposizione comunista",
Io
ribadisco, a nome della mozione di Progetto Comunista, questa posizione e questo
impegno.
Centrodestra
o centrosinistra continueremo o batterci in
difesa degli interessi della nostra classe, dei lavoratori, delle lavoratrici,
degli oppressi e dei movimenti tutti.
E,
lo aggiungo chiaramente, quale che sia la collocazione del PRC.
Perchè
per noi , da leninisti, un partito non è un fine in se - come lo è per
socialdemocratici e stalinisti- ma
solo un mezzo, certo centrale, per un fine.
Combatteremo
quindi un nuovo eventuale governo di centrosinistra e la sua politica.
Abbiamo
cercato di farlo già all'epoca del primo governo Prodi .
Lo
faremo certamente con più forza e radicalità di fronte ad un nuovo governo
confindustriale.
E
questo è un appello che noi rivolgiamo a tutti i compagni e le compagne che
hanno sostenuto in questo congresso posizioni critiche, certo lontane dalle
nostre, ma comunque opposte al governismo senza se e senza ma della mozione di
maggioranza e anche a tutti coloro (e sono molti e molte tra gli iscritti
attivi) che hanno votato per il primo documento con dubbi e titubanze, come un
atto di speranza e di fiducia nel segretario e che domani di fronte ai fatti,
che, come sempre, hanno la testa dura, comprenderanno la realtà della politica
governista del partito e le sue conseguenze reali.
Ne
va del permanere di un riferimento politico di classe nel nostro paese, che deve
essere la nostra guida costante e che non può essere subordinato ad una
maggioranza formale di un partito che tradisca le sue proprie radici sociali.
Questo,
in ogni caso, come detto, l'impegno di Progetto comunista.
In
difesa, compagni e compagne, di quella elementare concetto su cui il movimento
operaio si è storicamento costruito e si è sviluppato tra le masse prima che
socialdemocrazia e stalinismo lo portessero al disastro da cui tenta oggi
faticosamente di uscire: l'indipendenza di classe . Permettetemi solo di
aggiungere in conclusione, parafrasando appunto la grande Rosa, che per tutto
quello che riguarda il resto io continuo a credere che compito dei comunisti,
oggi come cento anni fa, non sia quello di andare al governo per conto della
borghesia, ma di lottare per abbatere il suo potere economico e il suo stato ,
per abolire -come scriviamo sulle nostre tessere, ma purtroppo solo su di esse-
lo stato di cose presente; per andare veramente verso un mondo nuovo, come
recita il logo di questo congresso, che, per me e per noi, ha un nome ed uno
solo, quello di socialismo.