Il governo Lula: dall'illusione alla realtà

 

di Osvaldo Coggiola

Dall’ introduzione del saggio:

“La vittoria elettorale del Partito dei Lavoratori (PT) e di Luiz Inácio Lula da Silva  nel novembre 2002, il successivo insediamento del nuovo governo del Brasile, nel gennaio 2003, hanno prodotto un avvenimento complesso e di proporzioni mondiali. La vittoria del PT alle presidenziali, giunta al quarto tentativo di Lula, ha coronato una lunga aspirazione del popolo brasiliano. Al tempo stesso, ha consentito che al governo del paese più importante dell’America Latina accedesse il simbolo della corrente internazionale più o meno organizzata nel Forum Sociale Mondiale e del cosiddetto “movimento anti-globalizzazione” o no global. Il centro organizzativo e politico di questo movimento era stato proprio il Brasile, in particolare la città su cui da più tempo governava il PT, Porto Alegre. Il governo di Lula funge oggi, come allora, da test universale per quella corrente che Le Monde Diplomatique ha denominato “internazionale ribelle”. Eppure, a un anno di distanza, la constatazione espressa da un giornalista americano trova ormai tutti concordi: “Da Silva ha sorpreso molti osservatori con il suo sbilanciamento politico verso il centro, assegnando a moderati, e addirittura a conservatori, i posti chiave dell’economia, impegnandosi a pagare il colossale debito estero del Brasile, e favorendo un boom della Borsa che ha fatto crescere il valore della moneta brasiliana”…

Note sull'autore: Osvaldo Coggiola, nato in argentina, esiliato in Francia durante la dittatura militare (1976-1983), è professore ordinario di Storia contemporanea e direttore del Dipartimento di Storia all'Università di San Paolo. Vice-presidente di ANDES, Sindacato Nazionale dei Professori Universitari del Brasile, è anche membro del Comitato Nazionale del Partito Operaio d' Argentina. Osvaldo Coggiola è autore di più trenta libri ("La Rivoluzione cinese", "Il capitale contro la storia", "La rivoluzione francese e il suo impatto in America Latina", "Storia del troskismo argentino" etc…) e centinaia di articoli in periodici sindacali e di sinistra, e in riviste specializzate in area storica. I suoi lavori sono stati tradotti e pubblicati in dieci lingue. Ha appena pubblicato in Italia un saggio dal titolo " Governo Lula: dall'illusione alla speranza": analisi critica del primo anno di governo di Luiz Inácio Lula da Silva, insediatosi alla più alta carica del governo brasiliano nel gennaio del 2003.

 
Caminito Editrice:

Fondata da studiosi e da appassionati dell’America Latina, la casa editrice Caminito, nata nel gennaio del 2004, ha l’obiettivo di diffondere le opere di autori e saggisti latinoamericani poco conosciuti o inediti in Italia. La produzione di  Caminito, articolata in collane tematiche, spazia dalla narrativa alla poesia, alla saggistica  e propone autori contemporanei e classici.  Il primo libro che uscirà per i tipi della Caminito è il  saggio “Governo Lula: dall’illusione alla realtà” di Osvaldo Coggiola. In preparazione una raccolta di racconti dello scrittore argentino Roberto Artl.

 

IL LIBRO “IL GOVERNO LULA: DALL’ILLUSIONE ALLA REALTA’” COSTA 10 EURO. 

PER ORDINAZIONI DA 5 A 10 COPIE: SCONTO DEL 15% SUL PREZZO DI COPERTINA

PER ORDINAZIONI SUPERIORI ALLE 10 COPIE: SCONTO DEL 25% 

PAGAMENTO IN CONTRASSEGNO

Per informazioni: Caminito Editrice www.caminitoeditrice.com

E-mail:info@caminitoeditrice.com 

Ufficio stampa: Pamela Cioni: 3382540141             

 

COME SI INCRINA UNA SPERANZA

Una analisi senza indulgenze del governo Lula, tra contraddizioni e progetti infranti. Una politica più intenzionata a smussare gli angoli acuti del liberismo che a combatterlo.

 È un libro choc. Può non convincere, fa male, ma merita attenzione il saggio “Il governo Lula: dall’illusione alla realtà” che inaugura la collana ‘Interferenze’ della neonata casa editrice Caminito, che vuol diffondere opere di autori latinoamericani poco conosciuti o inediti in Italia. L’autore è Osvaldo Coggiola, docente di storia all’Università di S. Paolo e vicepresidente di ANDES, il sindacato brasiliano che rappresenta i 220.000 docenti universitari che l’anno scorso organizzarono il primo sciopero nazionale contro il neo-insediato governo Lula.

Il saggio è un’analisi impietosa della deriva di una politica non intenzionata a combattere il capitalismo, ma che si accontenta di smussarne l’aspetto neoliberista, trattando su molti valori alla luce del ‘principio di realtà’. La versione italiana lo denuncia fin dal titolo, in Brasile addomesticato nel più neutro ‘Dalla speranza alla realtà’, suggerendo un ribaltamento del suo contenuto. Il titolo italiano è filologico, visto che l’autore sostiene che la speranza riposta in Lula da tanti militanti non potesse che essere una pia illusione per chiunque avesse seguito fin dall’inizio il percorso politico dell’ex-leader sindacale.

Purtroppo il libro non è una ‘fiction’, ma una collezione di indizi pesanti della virata al centro di un esecutivo sempre più ostaggio delle grandi istituzioni finanziarie internazionali e della grande borghesia produttiva, esemplificata dal direttore della Banca Centrale, ex-dirigente della Bank of Boston, il più grande creditore del colossale debito estero brasiliano.

Coggiola è troppo legato alla conoscenza del percorso umano di Lula per mantenere l’analisi sul piano politico. A tratti cade quindi nel ‘pettegolezzo storico’ analizzando personaggi ed eventi privati che fa assurgere a simbolo di come il potere corrompa gli uomini. Ciononostante, il testo è ben documentato e presenta un’analisi di forte respiro, in particolare esaminando il ruolo ‘riequilibratore’ svolto dal nuovo Brasile sull’immagine dell’intera America Latina, e le influenze che – attraverso le reti lunghe della globalizzazione – la nuova ‘corsa al centro’ va determinando persino sul riavvicinamento delle correnti del partito italiano di RC, attraverso la ‘morte’ indotta nella IV Internazionale.

Coggiola non tralascia sintomi: lo svanire del Mercosul, la rinascita dell’Alca (che rivitalizza le mire imperialiste USA accontentandosi di strappare piccole concessioni per singoli stati), la revoca del bando agli OGM, le privatizzazioni. Ogni apparente conquista è una vittoria di Pirro: ad esempio il temporaneo fallimento di Cancun, o il programma Fame Zero, di cui si analizzano gli esiti favorevoli alle grandi multinazionali dei supermercati.

Mai Coggiola accusa Lula di malafede: si limita a ricercare i limiti della sua visione economica, della formazione culturale, del suo carattere accentratore, piacione e avverso all’azione parlamentare, per sentenziare che il PT non è mai stato di sinistra o, se lo è stato, si limita al livello di enti locali e di militanza di base. Ciò che colpisce nel testo è il clima di sospensione in cui il Brasile vive: nella disillusione dei tanti ideali, nel ritrarsi di molti movimenti sociali (come MST e MNLM) dalla scena invasa dai partiti, nella mancanza di un’alternativa politica sia di destra che di sinistra.

Nichilismo? No. Coggiola ritrae un Brasile che aspetta ancora che si faccia ‘qualcosa di sinistra’, che è certo di risvegliarsi presto dal brutto sogno, che spera che il Forum Sociale Mondiale rialzi la testa, e smetta di essere solo un luogo di dibattito per diventare un luogo di ‘soluzioni’. Soprattutto, Coggiola mostra di credere che – nello spegnersi di una speranza – altre fiammelle nascono: in particolare, la lotta di base argentina e la prossima rivoluzione boliviana. Il suo sguardo, quindi, si volge altrove in cerca di appigli…

Giovanni Allegretti -pag. 45-  “Carta” 4/10 marzo 2004 anno VI n.9