CONTRATTO METALMECCANICI: VOTIAMO NO NEL REFERENDUM
Potete leggere qui sotto un testo che ci è stato inviato da dirigenti dell'area classista della Fiom Cgil. Si tratta di un testo da proporre in votazione nelle assemblee di fabbrica sulla piattaforma dei metalmeccanici. Condividiamo i contenuti del testo e la proposta che esso avanza di votare NO nel referendum sulla piattaforma contrattuale.
la redazione Web
Una
piattaforma insufficiente per il rinnovo del biennio economico 2005-2006 del
contratto nazionale dei metalmeccanici
Le
nostre richieste per il biennio contrattuale
La
richiesta di 130 € al 5° livello (105€ in forma riparametrata e 25€
uguali per tutti coloro che non hanno fatto la contrattazione di secondo
livello ed erogati come elemento distinto dalla retribuzione), è
insufficiente a recuperare il potere di acquisto dei salari e rappresenta un
arretramento rispetto alla precedente richiesta salariale sostenuta dalla Fiom
Cgil di 135€ uguali per tutti.
Un
arretramento tale da segnare una conclusione in perdita di oltre quattro anni
di lotte sostenute dai lavoratori.
Solo
mantenendo un significativo aumento salariale nell’attuale rinnovo del
biennio economico dei metalmeccanici possiamo invertire questo processo.
La
nostra proposta sulle regole
Le
regole proposte nella piattaforma di Fim, Fiom, Uilm presentano gravi carenze
democratiche in particolare sullo svolgimento del referendum in uscita
(previsto solo su richiesta di almeno una organizzazione sindacale) e sulla
modalità di elezione dell’assemblea nazionale dei 500 delegati
(comprendendo in questi ultimi i tre esecutivi nazionali di Fim, Fiom e Uilm).
Riteniamo
necessario garantire che anche il referendum in uscita sulla piattaforma
contrattuale sia comunque effettuato.
L’assemblea
nazionale dei 500 delegati deve essere votata dai lavoratori, coordinare e
seguire la vertenza, esprimere pareri sull’andamento della stessa, chiamare
i lavoratori alla mobilitazione e alla lotta.
La
necessità di una svolta nelle politiche sindacali
Le
condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori oggi sono rese sempre più
difficili dai processi di precarizzazione, chiusure e delocalizzazioni
aziendali, con conseguenti licenziamenti e cassa integrazione.
A
questi processi strutturali si associa il continuo peggioramento normativo
compreso l’ultimo, in ordine di tempo, progetto di riforma delle
norme di sicurezza sul lavoro in
un quadro di aumento degli infortuni e delle malattie professionali.
Coscienti
che solo un vertenza unificante delle varie categorie del lavoro salariato,
sostenuta da forme di lotta adeguate, può aprire una nuova fase nel rapporto
di forza con la controparte padronale e governativa.
Riteniamo
necessaria una svolta nelle politiche sindacali tale da superare realmente le
pratiche concertative.
INVITIAMO I LAVORATORI A VOTARE NO
AL REFERENDUM