VI CONGRESSO DEL PRC: IMPORTANTI QUESTIONI DI PROCEDURA

 

Come abbiamo detto più volte, nel congresso noi siamo interessati principalmente alla battaglia politica e al confronto, alla conquista di compagni e compagne alle nostre posizioni. Tuttavia vi sono aspetti procedurali che non possono essere ignorati. Continuano ad arrivarci segnalazioni di varie irregolarità durante i congressi. In un quadro già segnato in modo preoccupante da un tesseramento gonfiato (oltre 10 mila tessere aggiunte nelle ultime settimane) che abbiamo denunciato; da un regolamento che reintroduce la vecchia pratica cossuttiana della "fascia oraria" di due ore per le votazioni sui documenti, col chiaro fine di sminuire il confronto e il dibattito per fare posto alla conta dei voti; con una affluenza al voto abnorme (oltre il 50%, contro il 30-35% dei congressi precedenti) che non equivale a una crescita militante del partito né a un maggior interesse per il dibattito (come si evince dal numero bassissimo di interventi nel dibattito nei congressi di circolo) ma corrisponde solo a una chiamata generale al voto amicale da parte tanto della maggioranza (mozione 1) quanto della minoranza più consistente (mozione 2, Essere Comunisti), in questo quadro già deformato si inserisce spesso anche il ricorso a vere e proprie scorrettezze e violazioni di un regolamento già di per sé sufficientemente permissivo, per così dire.

Ci vengono segnalati voti in busta -da casa; voti di iscritti durante il dibattito o le presentazioni, ecc.

E' allora opportuno che tutti i compagni e le compagne impegnati nei congressi vigilino contro questi ulteriori tentativi di stravolgere completamente l'esito dei congressi, facendo rispettare perlomeno le norme (poche ma ci sono) che limitano questi abusi.

In particolare ricordiamo che:

a) il voto per delega (in busta, telefonico o altro) non è concesso.

I compagni -fossero pure militanti e dirigenti- che non possono partecipare al congresso (per malattia o altro motivo) semplicemente non votano. Questo non danneggia minimamente i loro diritti soggettivi, cioè i loro diritti elettorali passivi: nel senso che possono comunque essere eletti negli organismi, delegati, ecc.;

b) la fascia oraria di votazioni dura al massimo due ore. Al massimo: ciò significa che nella convocazione del congresso di circolo è possibile anche prevedere, viceversa, che la votazione avvenga per appello nominale alla fine del dibattito -come dovrebbe essere normalmente (e come peraltro era nel congresso precedente). Ricordiamo che questa diversa modalità (cioè l'appello nel tempo necessario a farlo) è stata sostenuta da tutte le mozioni di minoranza (oltre a noi, dalla mozione 2, 4 e 5) che hanno firmato un comune appello in tal senso. Sollecitiamo dunque i compagni, localmente, a invitare i sostenitori di queste mozioni ad applicare questa modalità laddove sono in maggioranza;

c) la fascia oraria di votazione non può essere divisa in più sessioni, su più giorni; non può iniziare prima della conclusione del dibattito (cioè delle repliche dei presentatori);

d) le deroghe a singoli compagni che -per gravissimi motivi non possono essere presenti negli orari di votazione ma hanno partecipato a una parte del congresso- sono regolate con una nuova circolare emanata dalla Commissione nazionale per il congresso che riportiamo qui sotto. Questo testo è già stato inviato oggi a tutte le commissioni provinciali e ai circoli e dovrebbe essere pubblicato anche su Liberazione. Come potete vedere si definisce con chiarezza il fatto che le votazioni avvengono solo nelle due ore (massime, ripetiamo) indicate nella convocazione dei congressi. Deroghe individuali vengono registrate (insieme al parere della presidenza del congresso del circolo e dell'assemblea) ma solo la commissione provinciale per il congresso -con una maggioranza di tre documenti su cinque- può accettare ogni singolo voto avvenuto in deroga, cioè al di fuori degli orari previsti.

In linea generale invitiamo i rappresentanti del nostro documento a non accettare deroghe se non in casi del tutto eccezionali. Ciò sia perché il non conteggiare alcuni voti non danneggia in alcun modo i compagni che li hanno espressi (che, ripetiamo, sono comunque eleggibili negli organismi e nelle delegazioni); sia perché questo congresso -per le modalità con cui si sta svolgendo- è già fortemente viziato da regolamento, tesseramento e voto passivo: non è quindi il caso di concedere ulteriori "deroghe" che semplicemente falsano ancora di più un dato già falsato. Basti dire che, secondo i dati attuali, si va verso una partecipazione al voto di circa cinquantacinquemila iscritti, contro i trentaquattromila del congresso precedente... in un partito che arriva, a malapena, a diecimila attivisti!

 

Francesco Ricci


LA CIRCOLARE DELLA COMMISSIONE NAZIONALE PER IL CONGRESSO

sulle modalità di votazione

(approvata martedì 1 febbraio)

 

Care compagne e cari compagni,
richiamiamo la vostra attenzione sulle procedure di voto dei documenti congressuali, che se non seguite possono essere motivo di invalidazione dei congressi.

1. L'orario di votazione dei documenti congressuali non può superare le 2 ore consecutive, inoltre le due ore devono essere successive al dibattito.
Deroghe agli orari di votazione sono consentite delle commissioni federali per il congresso solo per i circoli di luogo di lavoro.

2. Le richieste individuali, pervenute alle commissioni federali, con richiesta di votazione fuori gli orari di votazione sono consentite solo per "casi di provati e gravi impedimenti", e sono regolate dalle stesse commissioni federali per il congresso con una maggioranza qualificata di almeno 3 documenti su 5, se nella commissione sono presenti tutti e 5 i documenti. In caso contrario a maggioranza qualificata.
Le richieste sorte durante il congresso - solo per "casi di provati e gravi impedimenti" - sono obbligatoriamente verbalizzate e conteggiate per l'esito delle votazioni degli organismi di circolo, e devono essere accompagnate da un parere della presidenza del congresso di circolo che va posto comunque in votazione nella platea congressuale. Il parere con l'esito della votazione va trasmesso quindi col verbale alla commissione federale, che decide come sopra.