LA DERIVA GOVERNISTA DEL PRC NELLE REGIONI: L'OPPOSIZIONE DI PROGETTO COMUNISTA, LA "CRITICA" DELLE MOZIONI "CRITICHE"
A
latere del congresso si sta svolgendo nei Comitati federali e regionali del Prc
il dibattito sulle elezioni regionali. Le posizioni che vengono espresse in
questo dibattito parzialmente oscurato dal congresso sono interessanti perché a
parte la conosciuta e scontata posizione della maggioranza bertinottiana di
pieno sostegno agli accordi con
Riportiamo
di seguito gli ordini del giorno presentati dai compagni di Progetto Comunista
in Liguria e Veneto, dove il partito sostiene i candidati ulivisti,
rispettivamente, Burlando e l'imprenditore Carraro.
In
Veneto (Cpf di Venezia) solo i sostenitori della mozione 3 (Per un progetto
comunista) hanno votato contro l'accordo coi liberali, proponendo una linea
alternativa (argomentata nell'odg che trovate qui sotto). Mentre i dirigenti di
Erre (quarto documento) hanno posto essenzialmente questioni di metodo (la
necessità di un maggior coinvolgimento dei circoli) e si sono infine astenuti
(in coerenza, peraltro, col fatto che nel Comune di Venezia sostengono la
politica delle alleanze coi liberali).
In Liguria i sostenitori di Progetto Comunista hanno votato contro l'accordo con Burlando, sia nelle federazioni che al Comitato regionale. Per quanto riguarda la "sinistra critica", cioè Erre (quarto documento), si è astenuta sulla questione nel Comitato Federale di Savona mentre a Genova ha proposto l'ingresso del Prc nella maggioranza ulivista liberale senza assessori (e nel Comitato Regionale, infine, ha sostenuto l'impossibilità di un accordo pieno di governo, senza avanzare una proposta alternativa). Niente di strano, visto che questi stessi compagni, e il portavoce dell'area, il compagno Malabarba, propongono un sostegno "critico" al futuro governo confindustriale di Prodi: cioè la rimozione dell'opposizione di classe e una permanenza nell'anticamera del governo (appoggio esterno, senza ministri). Significativamente, su questo aspetto fondamentale sorvolano i compagni che presentano la mozione 4 nei congressi di circolo...
Ordine
del giorno presentato da Progetto Comunista al Comitato Politico Federale di
Venezia (27 gennaio)
Il
Comitato Politico Federale di Venezia, per le elezioni regionali e comunali,
considera i candidati sia del centro liberale (maggioranza Ds, Margherita) così
come i candidati del centrodestra, espressione del blocco borghese dominante.
L'alleanza
delle forze della sinistra politica (sinistra DS, Pdci, Prc) con il centro
liberale necessariamente comporta la subordinazione degli interessi di classe
del proletariato alla borghesia.
Il
candidato presidente della regione del Veneto per
Non
sarà
Il
Cpf pone la necessità di una svolta anche rispetto alle politiche, fino ad oggi
attuate dalla segreteria di federazione, di collaborazione di governo nel comune
di Venezia con le forze liberali. Infatti sia la giunta Costa che quella
precedente di Cacciari si sono caratterizzate per le politiche di
privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi pubblici con la conseguente
precarizzazione dei rapporti di lavoro.
Il
giochetto delle primarie tra esponenti liberali e della “sinistra
d’alternativa” (Bettin) dentro il quadro del centrosinistra (Gad) è
funzionale solo a ridefinire gli ambiti di egemonia di questo o
quell’esponente politico fra gli equilibri dei due campi liberale e
socialdemocratico.
Il
punto è un altro: rottura con i liberali e opposizione di classe.
Solo
una candidatura indipendente dei comunisti, la costituzione di un polo autonomo
di classe anticapitalistico, di un fronte unico dei lavoratori, alternativo ai
due poli dell’alternanza borghese potrà portare nelle assemblee elettive dei
comuni e della regione la voce, le esigenze e gli interessi dei lavoratori,
degli studenti, delle masse popolari. Un partito comunista che lotta a fianco
dei lavoratori e non un partito di assessori ed amministratori.
Ordine
del giorno presentato da Progetto Comunista al Comitato Politico Regionale della
Liguria
La
candidatura di Claudio Burlando come presidente della Regione Liguria si
conferma come l’espressione degli interessi materiali degli industriali, dei
terminalisti e delle lobbies
politico-finanziarie della nostra regione. Il confronto politico-programmatico
tra il Prc e
Per
questo insistere sulla decisione dell’alleanza di governo regionale,
sventolando concessioni programmatiche
fittizie o del tutto formali, significherebbe non solo prendere una decisione
ingiustificabile ma anche porsi su un terreno più arretrato della stessa
percezione comune che la vittoria di Burlando e della Gad non prefigura
un’alternativa reale rispetto alle politiche della Giunta Biasotti, ma la
sostanziale prosecuzione di tali politiche. E che alla prosecuzione di tali
politiche è necessario prepararsi proseguendo a battere la strada
dell’opposizione portata avanti dal Partito in questi 5 anni. Tutto ciò in un
quadro in cui la legge elettorale regionale non consente neanche la possibilità
di costruire un semplice accordo tecnico senza contestualmente ricadere in una
forma di accordo politico ed entrare nella maggioranza di governo.
Per
questo il Cpr del Prc ligure
-
annuncia la rottura con Burlando e la presentazione autonoma del Partito alle
prossime elezioni regionali;
-
lancia un appello a tutti i soggetti sociali e politici della sinistra, ai
movimenti, a tutti coloro che hanno espresso la propria insoddisfazione per le
prospettive delineate dalla Gad nella nostra regione, a costruire uno
schieramento antiliberista e anticapitalista realmente alternativo a quelli di
Biasotti e Burlando: un appello da presentare in tutte le prossime scadenze di
incontro e discussione coi movimenti, a partire dall’assemblea genovese del 4
febbraio.