Il
significato dell'incontro di Berlino nel quadro della svolta di governo del
partito
Serve
più che mai un congresso straordinario
Una
volta venuti a conoscenza, prima da Repubblica
poi da Liberazione, dell'iniziativa
intrapresa a Berlino di dar vita ad "un nuovo partito europeo",
esprimiamo il dissenso più profondo.
Nel
metodo
troviamo sconcertante che il nostro partito si trovi messo di fronte a un fatto
compiuto di tale rilevanza, senza discussione preventiva. E' infatti del tutto
evidente che la convocazione ex-post della Direzione nazionale -già di per sé
ambito troppo ristretto e inadeguato per una reale verifica democratica- è
concepita in una pura logica di ratifica.
Ma
soprattutto nel merito la scelta di
Berlino conferma sul piano internazionale la linea intrapresa dalla segreteria
nazionale.
Ciò
che si configura su scala europea è la costituzione di un soggetto di
"sinistra critica", programmaticamente riformista; volto a chiedere
utopisticamente all'Europa capitalista e imperialista "pace, democrazia,
giustizia"; comprensivo di forze partecipi dei bombardamenti sulla
Jugoslavia (v. Pcf), aperturiste verso l'esercito europeo (v. Izquierda Unida),
subalterne alla socialdemocrazia liberale e indirizzate al governo comune con
questa (v. Pds tedesca e Sinaspismos greco).
Troviamo
naturale che la svolta di governo del Prc in Italia, in accordo con un
centrosinistra guidato dalla massima autorità dell'Europa capitalista (Romano
Prodi), abbia questo risvolto internazionale. Ma proprio per questo
l'alternativa all'iniziativa di Berlino non può che avere un carattere
complessivo.
Non
si tratta né di lamentare la "esclusione" dei "partiti
comunisti" di più ortodossa estrazione staliniana, anch'essi peraltro del
tutto interni ad una ispirazione riformista e governativa (si pensi al Pdci); né
di premere sull'aggregazione di Berlino per chiedere ad essa maggior antagonismo
di movimento. Ciò che s'impone è una svolta politica generale basata su un
programma di alternativa anticapitalistica e rivoluzionaria, libero da ogni
illusione riformista, contrapposto all'Europa imperialista per un Europa
socialista e dei lavoratori, capace di aggregare sulle basi del marxismo
rivoluzionario tutte le forze d'avanguardia della classe operaia e dei
movimenti. Un programma di indipendenza di classe indisponibile verso ogni
governo della borghesia.
In
ogni caso si conferma tanto più in questo quadro la necessità di un congresso
straordinario del Prc che dia finalmente diritto decisionale a tutti gli
iscritti e ai militanti del partito.
Marco
Ferrando
Franco
Grisolia
Matteo
Malerba
Francesco
Ricci
12
gennaio 2004