ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DA PROGETTO COMUNISTA AL COORDINAMENTO NAZIONALE DEI GIOVANI COMUNISTI
L'ordine del giorno presentato da Progetto Comunista
CONTRO L'ACCORDO TRA PRC E ULIVO
PER UNA BATTAGLIA ANTICAPITALISTA TRA LE GIOVANI GENERAZIONI
No all'entrata del Prc in un nuovo governo Prodi
Di fronte alla crisi del governo Berlusconi –in difficoltà profonda di consenso sociale e privo di un quadro di concertazione stabile su cui appoggiarsi- il Centro liberale dell’Ulivo (maggioranza DS, Margherita e Sdi) si candida a rappresentante privilegiato del grande capitale italiano. Oggi più di ieri, D’Alema e Rutelli (sotto l'egida di Prodi) si presentano come gli unici in grado di garantire alla grande borghesia un quadro di pace sociale concertata. Il tentativo di coinvolgere il Prc in questo progetto si spiega proprio con la volontà di subordinare i movimenti che hanno preso vita in questi ultimi anni agli interessi dei banchieri e dei grandi imprenditori; con la volontà di inglobare (e liquidare) in una prospettiva di alternanza borghese la lotta di una nuova generazione che è scesa in campo per “un altro mondo possibile”.
Estremamente grave è il fatto che la maggioranza dirigente del nostro Partito si sia dichiarata favorevole all’entrata in un secondo governo Prodi. Questa scelta compromette sin d’ora l’intervento dei Giovani Comunisti nelle mobilitazioni e nelle lotte che vedono protagoniste proprio quelle giovani generazioni; compromette la possibilità di rappresentare un punto di riferimento credibile e anticapitalista per quei tanti giovani che oggi subiscono gli effetti di devastanti politiche antiproletarie (portate avanti indifferentemente dai governi di Centrodestra e di Centrosinistra): precarizzazione selvaggia dei rapporti di lavoro (dal Pacchetto Treu alla Legge 30), smantellamento e privatizzazione dell’istruzione pubblica (da Berlinguer a Moratti), repressione e criminalizzazione dei movimenti.
La lotta esemplare degli autoferrotranvieri
Segnata anche dall’esempio di Scanzano Ionico – dove la mobilitazione ha prodotto il ritiro di un provvedimento governativo – la lotta esemplare degli autoferrotranvieri ha dimostrato che è non solo necessario ma anche possibile sostenere la parola d’ordine dello sciopero prolungato fino alla caduta del governo. Gli scioperi spontanei – che si sono esplicitamente contrapposti agli accordi siglati dalle burocrazie sindacali e che hanno visto convergere in un unico fronte di lotta i lavoratori a tempo indeterminato e i giovani assunti con contratti di apprendistato e a termine – sono stati denunciati e dichiarati inaccettabili dal Centro liberale dell’Ulivo (vedi dichiarazioni di Rutelli e Treu). Non è che l’ennesima riprova del fatto che il Centrosinistra non è cambiato e continua a schierarsi dalla parte di chi criminalizza le lotte. Che credibilità può avere l’appoggio dei Giovani Comunisti a queste battaglie se nel frattempo il nostro Partito porta avanti il confronto programmatico con Treu e Mastella? Tanto più in un quadro di esplosione del conflitto sociale, come dimostrano le recenti proteste e mobilitazioni operaie a Terni e Genova.
Nonviolenza o rivoluzione?
Il Centro liberale dell’Ulivo chiede al Prc di ammantarsi di credibilità agli occhi del padronato italiano, in vista di un futuro coinvolgimento in un governo di alternanza. Per questo la “svolta governista” del nostro partito si è tradotta, anche per i Giovani Comunisti, nella celebrazione della nonviolenza. Una posizione assurda, tanto più in una fase storica segnata dal dispiegarsi delle politiche aggressive dell’imperialismo, dall’esplosione dello scontro di classe su scala internazionale, dall’inasprirsi (da Genova in poi) della repressione di piazza e della violenza dello Stato borghese (di cui ad esempio a Genova i rappresentanti del Partito nella Giunta comunale si rendono oggettivamente complici), dall’accentuarsi continuo della violenza quotidiana dello sfruttamento. Non solo: la scelta della nonviolenza in ossequio alle esigenze dell’alternanza di governo ci allontana dai settori più radicali del movimento antiglobalizzazione, i quali giustamente reagiscono con la contrapposizione frontale alle scelte unitarie del Prc. Nello specifico dei Giovani Comunisti, aver optato per la “disobbedienza nonviolenta” ci allontana addirittura dalle migliori potenzialità della disobbedienza stessa, che molti giovani anche nel nostro partito hanno inteso quale vettore di un altro mondo possibile, non certo come obbedienza a Prodi e all’Europa dei banchieri. La scelta strategica della nonviolenza significa anzitutto rinuncia alla prospettiva della trasformazione rivoluzionaria dell’esistente; significa adattamento a questa società e a questo mondo, alla borghesia e ai suoi governi (di Centrodestra e di Centrosinistra); significa, in estrema sintesi, decretare la morte della prospettiva di un altro mondo possibile quale alternativa di sistema: la liquidazione della prospettiva del potere dei lavoratori apre la strada alla partecipazione ai governi della borghesia, massimi organizzatori di violenza.
La scuola di classe di Centrodestra e Centrosinistra
Nell’ambito della scuola, D’Alema ha recentemente dichiarato che un futuro governo di Centrosinistra non metterà in discussione la controriforma Moratti nel suo complesso. Infatti, questa “riforma” non fa altro che portare a termine il progetto di smantellamento dell’istruzione pubblica avviato dai ministri ulivisti Berlinguer e De Mauro. Il Centrodestra e il Centrosinistra oggi come ieri sostengono un modello di scuola funzionale agli interessi di padronato e Confindustria: obbligo formativo da svolgersi in alternanza scuola-lavoro e relativi finanziamenti pubblici alle aziende; annullamento del valore legale del diploma superiore; restrizione dei criteri di accesso e smantellamento di strutture, borse di studio, case dello studente etc. con il conseguente inasprimento della selezione di classe; precarizzazione della ricerca a livello universitario. L’intervento dei Giovani Comunisti nelle mobilitazioni studentesche è oggi gravemente compromessa dalla prospettiva di governo con l’Ulivo, con quei partiti cioè che concepiscono il sapere come merce e intendono svendere ai privati l’istruzione pubblica. Tanto più in questa fase, segnata da proteste spontanee, occupazioni delle scuole, movimenti con ampio radicamento tra studenti e genitori (si pensi alla lotta sul tempo pieno e prolungato), netta dovrebbe essere la discriminante per i Giovani Comunisti: o a difesa della scuola pubblica o a braccetto con Berlinguer e amici.
La sciagurata legge sulla procreazione medicalmente assistita
Il Centrosinistra si sta rendendo complice di gravissimi attacchi reazionari e clericali nei confronti delle donne. La legge sulla procreazione medicalmente assistita, fortemente richiesta dal forum delle famiglie, del movimento per la vita e dalle gerarchie cattoliche, sferra un colpo pesantissimo alla possibilità per le giovani donne di decidere dei propri corpi: riconosce l’ovulo fecondato quale soggetto giuridico aprendo la strada alla messa in discussione della legge 194; impone il sacro concetto di famiglia permettendo solo alle coppie sposate e stabilmente conviventi l’accesso alla P.M.A.; minaccia gravemente la salute delle donne con l’obbligo di impianto di tre embrioni, in ossequio del più becero antiabortismo clericale. La Margherita, con cui il Prc sta trattando in vista di un governo comune, ha sostenuto questa legge scandalosa. I DS hanno portato avanti un’opposizione puramente di facciata, ribadendo a più riprese la volontà di minimizzare le divergenze per evitare ostacoli al progetto di lista unica con la Margherita. Anche qui, la necessità oggi di impegnarsi, come Giovani Comunisti/e per la costruzione di mobilitazioni di massa contro gli attacchi alle donne cozza inesorabilmente con la prospettiva di un accordo politico con chi sta sostenendo o non contrastando questa legge famigerata.
Per il congresso
straordinario e per la III Conferenza nazionale dei Giovani Comunisti
Per tutte queste ragioni, il Coordinamento Nazionale dei Giovani Comunisti ritiene necessario e urgente che il nostro partito interrompa le trattative con l’Ulivo e revochi la decisione di accordo politico e programmatico per la prossima legislatura. Ritiene dunque necessaria la convocazione di un Congresso straordinario che dia alla base del Partito la possibilità di discutere della svolta politico-culturale in atto nell’ultimo anno e di arrestare questa pericolosa deriva che rischia di mettere in discussione le stesse ragioni di classe del Prc. Nello specifico dei Giovani Comunisti, a fronte del nuovo quadro complessivo (liquidazione dell’opposizione comunista, sinistra europea, nonviolenza, religione etc.) e di evidenti elementi di crisi dell’organizzazione, è più che mai urgente la convocazione (tra l’altro ordinaria, come previsto dalla Statuto, per il 2004) dell’unica istanza decisionale: la III Conferenza Nazionale GC.
Roma, 14 febbraio 2003
Fabiana Stefanoni
Nicola di Iasio
Genova
16-02-2004
RELAZIONE SUGLI AVVENIMENTI INERENTI LA COSTITUZIONE
PARTE CIVILE DEL COMUNE DI GENOVA CONTRO 25 NO GLOBAL ACCUSATI DI DEVASTAZIONE E
SACCHEGGIO
Il giorno giovedì 12 febbraio 2004, si apprende sui giornali cittadini la notizia della costituzione parte civile del Comune di Genova contro 25 no-global accusati di devastazione e saccheggio.
Vi
riporto sotto l’articolo di fondo del secolo del giorno sopraindicato:
Genova.
Tensione nella giunta per la costituzione del Comune di Genova parte civile
contro 25 no global accusati di devastazioni e saccheggio durante il G8.
Rifondazione Comunista ha definito la decisione “un fatto inaudito e
gravissimo”. Prc ha chiesto perciò al sindaco Pericu “di ritirare la
delibera e di non schierare l’istituzione comunale al fianco di chi vuol
criminalizzare il movimento”.
Ma la crisi è anche tra Rifondazione e i
suoi assessori, Dante Taccani e Walter Seggi, ai quali il partito chiede di
autosospendersi dalla giunta, e di esprimersi contro la costituzione parte
civile.
-IL SECOLO XIX-
La cosa (tristemente) buffa, ma non stupisce certo che capiti in Rifondazione, è che i due assessori, in giunta hanno votato compattamente con tutta la maggioranza di centrosinistra, e poi in aula sono rimasti tutti a bocca aperta.
Non si
capisce bene cosa facciano i due nostri assessori, evidentemente non leggono
nemmeno le delibere da votare, ma alzano solo la mano.
Comunque
continuo con la rassegna stampa in mio possesso sugli avvenimenti, e sempre sul
“Secolo XIX” di giovedì 12 vado a pagina sei, dove si trova il seguente
articolo.
Genova. Tre
anni dopo, il G8 torna a essere un caso politico e la maggioranza è nella
bufera. La decisione del Comune di Genova di costituirsi parte civile nel
processo che si aprirà il 2 marzo contro ventisei manifestanti, accusati di
devastazione e saccheggio nei giorni del vertice dei Grandi, sprofonda la
giunta in uno stadio di profondo malessere.
La notizia anticipata ieri dal
Secolo XIC, ha mandato in fibrillazione Rifondazione Comunista (in squadra con
due assessori) con una serie di reazioni anche a livello nazionale. Poi una
fitta serie di contatti, durata tutto il giorno, con i parlamentari Giuliano
Pisapia e Graziella Mascia. Ancora riunioni e confronti: per capire come una
decisione avversata dal partito sia passata in giunta senza trovare ostacoli.
Così i due assessori che hanno votato il documento in giunta, Walter Seggi e
Dante Taccani, prendono ora le distanze e chiedono un chiarimento al sindaco
Giuseppe Pericu.
Ma il partito chiede ora che
si “autosospendano”.
La rappresentanza di
Rifondazione abbandonerà oggi l’aula del consiglio comunale per protesta,
dopo che il vice presidente del consiglio comunale Laura Tartarici (che è
anche avvocato difensore di sette imputati) avrà letto una dichiarazione.
Sui banchi vuoti rimarrà solo
una maglietta del Comitato Verità e Giustizia per Genova.
Ribadisce il sindaco: “non
si tratta di un atto politico, mi dispiace che Rifondazione la pensi così. La
costituzione riguarda solo i danni materiali, è un atto dovuto: abbiamo
ricevuto sette milioni e mezzo di euro dallo Stato come risarcimento. Se non
agissimo, la Corte dei conti ci potrebbe contestare un’omissione”. Ma la
polemica non è destinata a sopirsi. Perché anche i vertici politicidei DS
spiegano: non sapevamo nulla della decisione. ….
Seguendo nella lettura del quotidiano alla prima
pagina che parla della città di Genova, troviamo tutta la pagina dedicata al
“caso” del G8. Qui troviamo la replica degli assessori e alcune affermazioni
del segretario PRC provinciale Bruno Pastorino.
La replica
Taccani:”una
svista”
Seggi:”Pronto
a lasciare”
“Da quella delibera prendo le
distanze. Nessuno in giunta se ne è accorto, è passata quasi inosservata,
senza nessun dibattito politico, come un atto dovuto. La sensazione è che
fosse una costituzione contro ignoti”.
Dante Taccani, assessore di Rifondazione Comunista alle Politiche
giovanili, dice di non essersi accorto che nella seduta del 29 gennaio si
stesse votando la partecipazione del Comune come parte civile al processo
contro 26 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio.
“Si approvano decine di delibere di quel genere, sembrava una
pratica di routine. Invece bisognava riflettere bene prima di caricare sulle
spalle di 26 ragazzi tutto il peso di quelle imputazioni”.
“Mi dispiace che ci siano colleghi che non ascoltano con
attenzione quando si discute in giunta – commenta Walter Seggi (Ass.
Riqualificazione Urbana), riferendosi a Taccani – In giunta la delibera è
stata presentata e accompagnata da un documento dell’avvocatura del Comune
illustrata dal segretario generale come atto dovuto: visto che al Comune erano
stati notificati, come parte lesa i decreti di rinvio a giudizio degli
imputati, e visto che il Comune beneficiava di fondi dello Stato come
risarcimento danni, doveva obbligatoriamente costituirsi”.
Così, considerata l’impostazione un atto dovuto
e sulla scorta delle ultime pronunce della Corte dei conti sulle
responsabilità degli amministratori comunali in vicende patrimoniali, Seggi
si è fidato e ha votato a favore. Ora, di fronte alle contestazioni che
arrivano dal suo partito, secondo cui l’atto non era obbligatorio, Seggi si
adegua:”Se mi viene chiesto di autosopendermi, lo farò.
Un chiarimento politico è necessario. Se in questa azione del
Comune c’è un aspetto che lascia trasparire accanimento contro persone che
ancora non sono state dichiarate colpevoli, mi dichiaro contrario. Così come
l’atto non può trasformarsi in un giudizio politico criminalizzante nei
confronti del movimento”.
Anzi Seggi ritiene censurabili le dichiarazioni dell’avvocato Giovanni Salvarezza, incaricato dal Comune, pubblicate sul Secolo XIX:”Ha parlato di fatti terribili… non si può strumentalizzare solo una parte delle giornate di Genova ci sono tanti aspetti che devono essere chiariti.
LA
POLITICA La
scelta della giunta di costituirsi parte civile contro i black bloc scatena
Prc:”Atto gravissimo”
G8,
Tursi sull’orlo della crisi
Rifondazione
ai suoi assessori: “Adesso autosospendetevi”
….
Il segretario di Prc Bruno Pastorino,
ha appreso la notizia leggendo ieri il “SecoloXIX” e si è messo subito in
contatto con i suoi assessori per capire cos’era accaduto. Alla fine di una
giornata convulsa, con telefonate anche con i parlamentari Giuliano Pisapia e
Graziella Mascia, Prc chiede il ritiro della delibera e ai suoi assessori che
l’hanno votata, Walter Seggi e Dante Taccani, di autosospendersi dalla
giunta (che si riunisce proprio stamattina, assente il sindaco Pericu, a Roma
per le acciaierie di Cornigliano), in attesa di chiarimento politico.
Oggi
a mezzogiorno, riunione congiunta di segreteria, assessori e gruppo consiliare
Prc: si attende quest’ultimo diserti la seduta pomeridiana dell’assemblea,
dopo Laura Tartarici (che è avvocato di sette imputati) avrà letto una
dichiarazione.
Della
decisione della giunta non sapevano nulla nemmeno i vertici dei DS,….
….Dal
sindaco arriva una dichiarazione che mira a circoscrivere l’argomento alla
sfera amministrativa:”La costituzione parte civile
riguarda solo i danni materiali, è un atto dovuto, imposto da esigenze
di tutela dei beni pubblici. Abbiamo ottenuto 7,5 milioni di euro dallo Stato
per i danni che la città e i suoi abitanti hanno subito: se non agissimo nei
confronti di chi è accusato di averli causati, la Corte dei conti ci potrebbe
contestare l’omissione. Non è un atto politico, mi rincresce che
Rifondazione la pensi così”.
Bruno
Pastorino e Manuel Chiarlo, dei Giovani Comunisti, invece non hanno
dubbi:”la scelta del Comune non è affatto obbligata, la Provincia che ha
subito a sua volta danni non ha infatti seguito questa scellerata
decisione”. segue
Secondo
il Prc l’atto si configura:”come un sostegno all’impianto
accusatorio”:”già timido sugli altri fronti di inchiesta, il Comune
aderisce all’idea che quelle giornate furono l’effetto di comportamenti
delittuosi completamente slegati da quell’autentica sospensione democratica
e dell’azione premeditatamente repressiva delle forza dell’ordine”.
Boccia
il provvedimento anche il capogruppo di Prc a Palazzo Tursi, Roberto Delogu:”Un
grave errore di valutazione politica”. “Questa costituzione è un atto con
il quale il Comune prende parte al processo – attacca Laura Tartarici –
E’ una decisione vergognosa, l’amministrazione dovrebbe chiedere invece
che si faccia davvero luce sul G8 a Genova”….
Nei giorni successivi, ovviamente sulle pagine dei
giornali locali, sono continuati ad apparire articoli in merito, soprattutto
“all’invasione” (erano dai 23 ai 25) no global, quasi tutti giovani
comunisti del Laboratorio Buridda di Genova.
Vi riporto di seguito i titoli degli articoli, che poi
riprendono quello che sono stati gli avvenimenti come da secondo articolo del
Secolo XIX
Venerdì 13 febbraio 2004
Corriere Mercantile
G8
– I NO GLOBAL A TURSI CONTRO LA COSTITUZIONE A PARTE CIVILE DEL COMUNE PER LE
DEVASTAZIONI
Invasione
della sala rossa
Tensione
in aula e scambi di insulti fra manifestanti e consiglieri comunali
Rifondazione
chiede il ritiro della delibera. Molti malumori nella maggioranza
Pomeriggio ad alta tensione, ieri nella sala del consiglio
comunale “invasa” da alcune decine di no global mentre la maggioranza di
Tursi scivola verso il rischio di una crisi politica dopo la decisione della
giunta di costituirsi parte civile nel processo che inizierà il 2 marzo contro
i 26 manifestanti accusati di devastazioni e saccheggio …
…Rifondazione Comunista, infatti, anche attraverso la
segreteria nazionale del partito e la parlamentare ligure Graziella Mascia,
insiste nel chiedere il ritiro del
provvedimento di giunta, minacciando così la rottura con la maggioranza …
…, ieri un gruppo di no global è andato a Tursi per
protestare contro la decisione della giunta. I ragazzi, dagli spalti del
pubblico, hanno esposto uno striscione rosso con la scritta “Siamo tutti
devastatori”, gridando “Vergogna!”, “Siamo tutti sovversivi!”,
“Genova libera!” verso assessori e consiglieri.
E le reazioni non hanno tardato ad arrivare. “Andate a
lavorare!” ha gridato il consigliere di Ligurua Nuova, Remo Benzi, mentre il
capogruppo di AN Gianni Barnabò Brea, tentava di strappare lo striscione dalle
mani dei giovani, e il consigliere Emanuele Guastavino (Margherita o DS)
alternava la minaccia di chiamare le
forze dell’ordine per sgomberare l’aula all’invito ai consiglieri a
sospendere i lavori… è toccato al vice sindaco Alberto Ghio, cercare una
mediazione dichiarandosi disponibile a
ricevere una delegazione dei manifestanti, fra i quali c’era anche Haidi
Giuliani, la madre di Carlo,…
…”Il valore politico sta nei fatti” ha replicato
Matteo Jade (del
CSOA Zapata, un “leader” disobbediente), annunciando l’intenzione
di occupare giunta e consiglio comunale se la delibera non sarà ritirata….
E ancora
nella stessa pagina un altro articolo dal titolo:
Venerdì
13 febbraio 2004
Corriere
Mercantile
MOLTI
ASSESSORI ERANO ASSENTI AL MOMENTO DELLA VOTAZIONE. MAI DUE DI RC L’HANNO
APPROVATA
Il
pasticcio della delibera “sconosciuta”
Il
14 febbraio sul Secolo XIX altri articoli titolati così:
LA
POLITICA Ieri riunione di Tursi ma senza
i rappresentanti del Prc
G8,
il sindaco va avanti
La
maggioranza non cede a Rifondazione
Venerdì 14 febbraio 2004
L’intervista
L’assessore
Seggi: “Più chiarezza ci può fare uscire dalla crisi”
Assessore Seggi, con il collega Taccani vi siete autosopesi?
“L’autosopensione non esiste, nel nostro caso. Non siamo stati
eletti nelle file di Rifondazione, come i consiglieri, ma nominati dal
sindaco. Avremmo dovuto restituire le deleghe.
Ma non lo avete fatto?
“No, proprio perché siamo in attesa del chiarimento politico che è
stato chiesto dal partito a cui facciamo riferimento”.
Fino allora cosa farete?
“Garantiremo l’attività quotidiana, regolarmente, ma non prenderemo
parte a riunioni strategiche, come quella in cui si discute del bilancio del
2004 e degli anni futuri.
C’è una possibilità di uscita dalla crisi? Rifondazione chiede il
ritiro della delibera che i suoi stessi assessori hanno
votato.
“Da questa vicenda ritengo che si potrebbe uscire con una forte azione
di rilancio sui fatti di Genova del luglio del 2001 perché si faccia
veramente luce, a 360 gradi, mettendo i diritti politici e la democrazia al
centro del dibattito”.