"NON-VIOLENZA E REPRESSIONE DELLO STATO BORGHESE": LA MAGGIORANZA DIRIGENTE DEL PRC DALLA "TEORIA" ALLA PRASSI!
Fabiana Stefanoni
Rifondazione
e il sindaco di Genova: un incidente di percorso verso le politiche 2006.
Questa è la seconda circolare, di rassegna stampa locale sulla
questione, difficile da redimere per Rifondazione, della costituzione parte
civile del Comune di Genova contro 26 persone accusate di saccheggio e
devastazione durante il G8.
Riteniamo utile informare i compagni del grande dibattito, locale e
nazionale, che sta suscitando questa situazione soprattutto sulla stampa
genovese e purtroppo registrando
uno scarso rilievo dato dal nostro giornale, “Liberazione”, a ciò che sta
accadendo in città.
In questi giorni, non si sono placate le polemiche tra i partiti
della maggioranza e PRC, nonostante un CPF, che sostanzialmente si è rivelato
un luogo di sfogo per i compagni, nonostante gli ordini del giorno che
insistevano “sull’autosospensione degli assessori” e conseguentemente con
la ventilata uscita dalla giunta.
In città comunque il dibattito continua e come vedrete dalla
rassegna stampa ci sono stati anche degli incontri tra segreterie di partito,
sostanzialmente senza un nulla di fatto.
Ad oggi ognuno sembrerebbe sulle
sue posizioni, e sicuramente il sindaco di Genova, G. Pericu, è più che mai
determinato ad andare avanti.
Il CPF della scorsa settimana ha comunque registrato
diversificazioni al suo interno con la proposizione di tre documenti messi in
votazione.
E’ utile specificarlo, perché sulla stampa si presenta la cosa
come se quasi la totalità del CPF avesse aderito al documento presentato dalla
maggioranza
Un primo documento presentato dalla maggioranza ha registrato 32
voti favorevoli, dove si prendeva atto della situazione, ma non esplicitava una
netta posizione per l’uscita dalla maggioranza di CS.
Un altro presentato da Progetto Comunista che ha ricevuto 8 voti,
dove ovviamente chiedevamo di uscire immediatamente dalla giunta e dalla
maggioranza; e un terzo presentato da Giordano Bruschi a nome
dell’Associazione rinnovamento della sinistra con 4 voti, dove non si chiedeva
di uscire dalla maggioranza, e di istituire una commissione di inchiesta sui
fatti del G8.
Sarà interessante seguire questa vicenda locale, soprattutto il
comportamento della maggioranza del partito in vista dell’accordo per le
politiche 2006, vero orizzonte del comp. segretario nazionale F. Bertinotti.
In questa breve rassegna stampa, è comunque rintracciabile,
nell’intervista al segretario nazionale, la sua ricerca di compromesso. La
parola “rottura” nell’intervista non è mai nominata.
Di seguito vi riporto, articoli e stralci, dei giornali locali del
19 e 20 febbraio 2003.
Giovedì 19 febbraio 2004
(articolo di prima
pagina)
G8: Pericu e Rifondazione sempre più vicini alla rottura
Crisi più vicina a Palazzo Tursi dopo
l’incontro di ieri fra il sindaco, Giuseppe Pericu, e una delegazione di
Rifondazione Comunista.
Oggetto del confronto la controversa
decisione della giunta comunale di costituirsi parte civile nel processo che
inizierà il 2 marzo contro 26 manifestanti accusati di devastazione e
saccheggio per i fatti avvenuti durante il vertice dei G8.
Rifondazione ha chiesto a Pericu di
ritirare la delibera ma la risposta del Sindaco è stata negativa e fra le due
parti non si sono aperti margini di confronto che possano riavvicinare le
posizioni.
A questo punto, quindi, è probabile che nei prossimi
giorni gli organismi dirigenti genovesi di Rifondazione Comunista decidano
l’uscita del partito dalla giunta ed eventualmente anche dalla maggioranza
di Palazzo Tursi.
Giovedì 19 febbraio 2004
(pagina 4)
POSIZIONI
IMMUTATE DOPO L’INCONTRO DI IERI SULLA CONTROVERSA COSTITUZIONE DI PARTE
CIVILE CONTRO I 26 MANIFESTANTI
Crisi di maggioranza sempre più vicina a Palazzo
Tursi, dopo l’incontro di ieri fra il sindaco, Giuseppe Pericu, e una
delegazione di Rifondazione Comunista costituita da Bruno Pastorino, e dai
consiglieri comunali Roberto Delogu, Patrizia Poselli e Laura Tartarini.
Oggetto dell’incontro era la controversa
delibera con la quale la giunta comunale ha deciso di costituirsi parte civile
nel processo che inizierà il 2 marzo contro 26 manifestanti accusati di
devastazione e saccheggio per i fatti accaduti durante il vertice del G8.
Rifondazione ha ribadito la richiesta di ritiro della delibera ma il Sindaco
ha confermato la decisione di non tornare indietro: a questo punto è, quindi,
probabile che RC metta in atto una scelta finora solo ventilata , vale a dire
l’uscita dalla giunta , dove è rappresentata dagli assessori Walter Seggi e
Dante Taccani (che avevano votato a favore della delibera), ed eventualmente
anche dalla maggioranza di Tursi.
Ogni decisione è stata tuttavia rinviata
agli organismi dirigenti del partito, che si riuniranno nei prossimi giorni.
“Abbiamo manifestato al Sindaco il
nostro stupore – spiega Pastorino – per il fatto che una delibera come
questa non fosse stata discussa, prima, con la maggioranza
e nelle sedi politiche opportune e abbiamo chiesto a lui, come
espressione della nostra maggioranza, un’azione che vada nella direzione in
cui tanti si sono espressi in città in questi giorni”.
Pastorino precisa che “noi non chiediamo
aree di impunità ma, proprio perché siamo d’accordo con il Sindaco nel
ritenere che la politica non debba usare le aule dei tribunali, pensiamo che
quella delibera sia un atto politico inedito e che il Comune avrebbe potuto
chiedere il risarcimento dei danni con un’azione civile, nei confronti di
eventuali condannati, dopo il processo penale”. Pericu, invece, che dopo non
ha voluto rilasciare dichiarazioni, ha ribadito che la delibera è per lui
solo un atto amministrativo
finalizzato al risarcimento dei danni, senza alcun valore politico e che, quindi, non intende né modificarla, né ritirarla.
In questa situazione è evidente che un cambiamento di posizione
da parte del Sindaco sarebbe interpretato come un cedimento alle
pressioni di RC, e sarebbe contestato da una parte almeno della maggioranza
(Margherita e parte dei DS), ma anche per Rifondazione diventa difficile una
retromarcia, dopo che la segreteria nazionale è intervenuta a sostegno della
segreteria provinciale e dopo che il comitato politico federale della
federazione genovese ha affermato, lunedì sera, che la delibera “non può
che configurarsi, oggettivamente, come un sostegno all’impianto accusatorio
di 26 giovani, tutti indistintamente imputati di devastazione e saccheggio”,
e che la decisione è “ancor più grave in assenza, viceversa, della
costituzione di parte civile, da parte del Comune di Genova, nei procedimenti
giudiziari in corso per i fatti della Diaz e della caserma di Bolzaneto”. La
strada verso la crisi, quindi sembra aperta e anche se l’eventuale uscita di
RC dalla maggioranza non ne comporterebbe, numericamente, la sopravvivenza,
avrebbe un valore politico rilevante.
Giovedì 19 febbraio 2004
Pagina 23 – prima della sezione dedicata alla città di
Genova –
LA
POLITICA Dopo
che il Comune si è costituito parte civile contro i black bloc fallisce
l’incontro fra il partito e sindaco
Rifondazione comunista è con un piede fuori dalla
giunta. Per l’altro si attende la decisione del comitato politico federale,
che potrebbe riunirsi all’inizio della prossima settimana.
Giusto qualche giorno, in attesa di un
“miracolo” politico che però gli stessi esponenti del partito di
Bertinotti sono i primi a faticare ad immaginare.
E’ questa l’aria che si respira al
termine dell’incontro (un’ore e venti) avvenuto ieri pomeriggio a palazzo
Tursi fra il sindaco Giuseppe Pericu, rientrato in mattinata da Roma, e la
delegazione di PRC composta dal segretario Bruno Pastorino e dai consiglieri
comunali Roberto Delogu, capogruppo, Patrizia Poselli e Laura Tartarici
(assente Arcadio Nacini influenzato).
Oggetto, la costituzione di parte
civiledel Comune al processo contro i 26 manifestanti del G8 accusati di
devastazione e saccheggio.
Dice Pastorino:”Abbiamo chiesto al
sindaco di assumere un atto unilaterale che possa ricomporre la frattura che
si è creata non con Rifondazione, ma con una parte importante della città e
della società che ha contribuito anche alla sua elezione, il movimento, l’Arci,
don Gallo, Giulietto Chiesa, esponenti politici dei Verdi e gli stessi
compagni dei DS”.
Ma la richiesta del PRC di ritirare la
costituzione parte civile è stata respinta dal sindaco senza lasciare margini
di trattativa.
Per Pericu l’atto è stato “doveroso e
opportuno”. Il sindaco ha ribadito che considera la delibera un atto
amministrativo, in cui si riconosce pienamente, e non un provvedimento
politico.
Una retromarcia è dunque da escludere,
anche se Pericu scriverà una lettera all’avvocato Giovanni Salvarezza,
legale del Comune, per puntualizzare che la costituzione è circoscritta
all’aspetto dei danni materiali.
Pericu ha spiegato di non voler
subordinare l’attività amministrativa ai partiti e alla politica (e si è
dimostrato anche molto irritato per l’invasione dei “disobbedienti”
giovedì scorso in consiglio comunale), ma dall’altra parte la delibera ha
scoperto un nervo sensibile di PRC, il suo rapporto con il movimento: anche
per gli equilibri interni, appare estremamente difficile un ammorbidimento
della linea che l’altra sera il comitato politico federale ha votato (32 sui
44): il ritiro dell’atto.
“Se le due posizioni, la nostra e quella
del sindaco, non si muovono, si va verso la crisi – ammette Pastorino – ma
noi auspichiamo che nei prossimi giorni possano ancora arrivare proposte di
ricomposizione: le ascolteremo tutte”.
Dice Mario Tullo, segretario dei DS, con
un diavolo per capello per la posizione assunta dai consiglieri del Medio
Ponente (“Sbagliata e ingenerosa verso Pericu e la giunta”): “L’atto
non aggiunge e non toglie nulla alla nostra posizione politica, alla richiesta
di verità e giustizia, ma sono pronto a chiedere al sindaco e alla
maggioranza di puntualizzarla di nuovo”.
L’uscita dalla giunta, dove PRC ha due
assessori di riferimento, Walter Seggi e Dante Taccani, non dovrebbero però
intaccare il “ vincolo elettorale” che lega Pericu e la sua maggioranza a
Rifondazione e quest’ultima agli elettori del centrosinistra a Palazzo Tursi.
Lontano dalla giunta, un po’ meno dalla
maggioranza (che ha comunque i numeri per governare), per il partito di
Bertinotti a Genova si avvicina il tempo della resa dei conti.
Di seguito,
riportiamo, le dichiarazioni del presidente della circoscrizione VII° Ponente,
G. Santagata, in merito alla vicenda G8; visto che un consigliere di Forza
Italia si è divertito ha mandare una lettera al presidente chiedendo se intende
dimettersi.
E’ l’unica circoscrizione dove il PRC esprime una presidenza,
ovviamente Santagata scinde la sua situazione da quella in Comune. E’ ovvio
che se la decisione di uscire dalle maggioranze di centrosinistra prende corpo
non può limitarsi al solo Comune come se le circoscrizioni fossero cosa a sè.
Invece pare che Santagata intenda le circoscrizioni come terminali autonomi sul
territorio, slegate da Tursi.
Andiamo a vedere cosa sostiene:
Giovedì 19 febbraio 2004
Il secolo XIX
CIRCOSCRIZIONE PONENTE
Santagata non si autosospende
“Il chiarimento riguarda soltanto Tursi”
“Presidente Santagata, intende, coerentemente alle
scelte del partito di cui fa parte, dimettersi dalla sua carica?”
La domanda, scritta in una lettera giunta
qualche giorno fa sulla scrivania del presidente della circoscrizione Ponente,
è firmata dal consigliere di Forza Italia Paolo Casalino.
“Visto che la
circoscrizione Ponente è l’unica ad essere governata dal PRC, si chiede se
lei intenda, coerentemente con la linea assunta dai suoi compagni, di
autosopendersi dalla carica di presidente, oppure se continuerà a svolgere il
suo mandato”.Il riferimento è alla presa di posizione di Rifondazione in
merito al caso no global. Il presidente Santagata reagisce in modo pacato ma
fermo:” Certo è che non spetta al consigliere Casalino chiedere conto del
comportamento conseguente ad una scelta di partito. Non esiste la sospensione
per il presidente di circoscrizione, non è neanche prevista dal regolamento.
Prendo atto della richiesta, ma la ritengo fortemente strumentale. Il
chiarimento avverrà solo a Trusi. Quindi rimarrò in carica”.
Qui sotto, riportiamo, l’intervista al segretario nazionale
Fausto Bertinotti in merito alla situazione genovese.
Sabato 21 febbraio 2004
Il secolo XIX
Prima pagina
Parla il leader di Rifondazione
G8, Bertinotti “Pericu
cambi delibera”
Genova. La delibera con cui il Comune si è
costituito parte civile nei confronti di 26 manifestanti al G8 è politicamente
sbagliata e va riparata con un altro atto amministrativo. Così il segretario di
Rifondazione Comunista. Ieri anche il Correntone DS ha chiesto la sospensione
della delibera.
“Ho una totale condivisione del
comportamento assunto dalla federazione del mio partito. Quella delibera
costituisce un errore politico specie per una giunta e per un sindaco come
Giuseppe Pericu che, durante i giorni del G8, aveva avuto un comportamento
ineccepibile, che non avevamo mancato di sottolineare con molto rispetto noi
che siamo stati così direttamente interni e impegnati nel movimento. Anche
per questo ci è sembrato sorprendente oltre che sbagliato”.
Rifondazione chiede di cancellare la
delibera.
“Vanno nella stessa direzione anche le
opinioni di autorevolissimi esponenti dell’opinione pubblica genovese che ha
accompagnato il movimento, come don Andrea Gallo. Per un atto di responsabilità
nei confronti della stessa città maggioranza in cui siamo, lavoriamo per
cercare una soluzione giusta che possiamo chiamare di compromesso.
Molti giuristi democratici stanno dando un
contributo anche a livello nazionale, naturalmente nelle forme corrette, al
riparo dalla pubblicità. C’è un lavoro interessante che può configurare
una via d’uscita, che è quella naturalmente di un nuovo atto
amministrativo”.
Il sindaco, però, ha detto:”la delibera
non la cambio”.
“Mi pare sbagliato e noi continuiamo a
dire che deve cambiarla o meglio che dobbiamo cambiarla. Non ho intenzione di
forzare la polemica, dico che la volontà di una compagine è una volontà
unitaria”.
Ieri il sindaco ha risposto sul Secolo
XIX a don Gallo…
“Penso che abbia ragione don Gallo”.
Pericu sostiene che l’amministrazione
non può sottrarsi ad agire perché ha dei doveri verso la collettività.
“Occorre che la delibera sia riscritta
in modo che non sia interpretabile come un atto direttamente rivolto a
un’area del movimento: per esempio, che l’amministrazione comunale si
costituisca parte lesa nei confronti di qualunque atto riguardante le vicende
del G8, a 360 gradi. Altrimenti l’obiezione di don Gallo è
insormontabile”.
“Ripeto: ci vuole un atto
amministrativo”.
E’ persino elementare. Se la divergenza
si è prodotta su un atto amministrativo”.
“Continueremo a dirlo oggi, domani,
dopodomani e a chiedere solidarietà a tutte quelle forze che ritengono, in un
momento così delicato, che un’amministrazione importante come quella di
Genova non può esporsi alla critica di don gallo. Che poi è quella del
movimento. Il punto che noi poniamo è la salvaguardia del rapporto tra
l’amministrazione comunale e il movimento. Cerchiamo di aumentare le forze a
favore di questa soluzione. E io vedo che aumentano, anzi prevedo che
aumentino”.
Però nei partiti che sostengono la giunta
Pericu ci sono anche forti malumori verso Rifondazione.
“Quando c’è una differenza e una
difficoltà i malumori sono reciproci, naturalmente”.
Uno dei punti che la giunta Pericu
sostiene è che la violenza non può essere accettata.
“Sfonda porte aperte”.
“Non c’entra niente. Per questi 26 ci
saranno i procedimenti della magistratura. Chiediamo che l’amministrazione
dica che siccome quello è un atto tecnico, sarà fatto a 360 gradi”.
Quell’atto è stato votato anche da due
assessori di Rifondazione.
“C’è stata una conseguente azione,
no? C’è stato un pronunciamento della segreteria del partito di Genova e
della segreteria nazionale che ha assunto la stessa posizione”.
“E’ legittimo, questo è un partito
democratico, ci sono tante possibilità di espressione. Ma resta il fatto che
la posizione del partito è quella espressa dalla segreteria provinciale e
nazionale del partito”.
“Vedremo. Intanto i voti nel comitato
federale sono stati pressoché unanimi”.
“Come ogni giorno ha la sua pena, ogni
città ha la sua autonomia”.
“Realista. Ho imparato che in politica
quello che non è possibile oggi, è possibile domani”.
Nel frattempo leggiamo sulle pagine dello stesso giornale della
spaccatura interna ai DS. Infatti il Correntone DS, pare che corra in
soccorso di Rifondazione annunciando di non condividere la presa di posizione
del Sindaco.
Sabato 21 febbraio 2004
Il secolo XIX
Pagina 27
LA
POLITICA I
consiglieri comunali di area berlingueriana si dissociano della posizione del
partito
No global,
spaccatura nei DS
Il correntone chiede
di sospendere la delibera sui Black bloc
La crisi politica a palazzo Tursi si
complica sempre più. Non solo Rifondazione comunista insiste nella richiesta
che il Comune non si costituisca parte civile nel confronti dei 26
manifestanti al G8 (e in caso di bocciatura uscirà dalla maggioranza), adesso
anche sei consiglieri comunali del correntone diessino (Massimo Casagrande,
Bruno Delpino, Massimiliano Morettini, Paolo Lavagetto, Gabriella Bigio e
Fulvio Molfino) scendono in campo per chiedere la “sospensione” della
delibera contestata.
Pur concludendosi con un appello al
confronto e all’unità in vista delle prossime decisioni importanti per il
futuro della città (Cornigliano, AMT, bilancio), il documento prende di fatto
le distanze dalla posizione assunta e ribadita dal sindaco.
“La decisione della giunta – scrivono
infatti –non può essere considerata, come molti sostengono, un mero atto
amministrativo né un atto dovuto. Era chiaro che avrebbe assunto una valenza
politica e aperto una discussione all’interno della maggioranza di
centrosinistra. Era dunque necessario una preventiva discussione con le
diverse forze di maggioranza”.
In un quadro che rischia di precipitare,
“è necessario che ognuno si fermi e rifletta, senza pregiudiziali o
atteggiamenti arroganti”. Pur riconoscendo a Pericu di aver svolto “un
ruolo di grande spessore politico e istituzionale nei giorni del G8”, il
documento della minoranza diossina apre un nuovo fronte
di criticità.
“Sono sorpreso e dispiaciuto sul piano
personale – è la reazione a caldo di mario Tullo, segretario DS – a
questo punto è evidente che occorre un chiarimento all’interno del comitato
politico, dove ribadirò la posizione che era stata discussa con il gruppo
consiliare e approvata, cioè il sostegno alla decisione della giunta, con
l’ulteriore impegno a confrontarsi sul documentoo politico che due assessori
stanno elaborando”.
L’irritazione di Tullo deriva anche da
questo:”Lunedì mattina a parte qualche perplessità su aspetti di metodo
nessuno aveva avanzato la richiesta di sospensione”.
Rifondazione, intanto, non fa passi
indietro. L’altra sera la segreteria ha deciso di chiedere al gruppo
consiliare di presentare una mozione.
Dice Bruno Pastorino, segretario del
PRC:”Spero che il presidente del consiglio avrà la sensibilità di
discuterla prima del 2 marzo, data di inizio del processo”.
Sarà un testo ampio, articolato, intorno
al tema della “verità negata” sui fatti del luglio 2001, che si concluderà
chiedendo al Comune di non costituirsi parte civile, con le modalità meglio
viste, e riservandosi di chiedere i danni una volta che saranno eventualmente
accertate le responsabilità penali degli imputati.
Il documento
politico che la giunta sta elaborando? “Immagino che ci ritroveremo
su molti punti – dice Pastorino – ma il punto su cui ci deve essere una
risposta è: il Comune conferma o no la decisione? L’intervento del sindaco
Pericu su “il secolo XIX” è sicuramente di altissimo profilo, però c’è
un elemento che non condividiamo assolutamente: la divisione tra
amministrazione e politica.
L’amministrazione non è mai
neutrale”.
Lunedì alle 21, alla sezione Bianchini di
Marassi, si terrà una riunione aperta degli iscritti. Sulla presentazione
della mozione, il capogruppo Roberto Delogu è perplesso:”Mi pare una
forzatura che inasprisce il conflitto. O si aspetta di leggere il documento
della giunta, oppure tanto vale uscire ora”.
In dissenso c’è Walter Seggi. “E’
una posizione legittime – dice Pastorino – ma quando il 90 per cento del
partito sceglie una linea , chi non la rispetta compie un’azione di
rottura”.
Per Claudio Gustavano, capogruppo della
Margherita, della delibera non si può tornare indietro: “Se questa
richiesta fosse accolta non saremmo più noi della maggioranza. E se
Rifondazione insiste si mette fuori da sola”.
Segue nella stessa pagina l’articolo-intervista a Vittorio
Agnolotto.
AGNOLETTO
“Il Comune si costituisca parte civile anche per la Diaz e
Bolzaneto”
“Occorre un atto di riconciliazione: che
il sindaco usi la giornata di sabato prossimo per dare almeno l’annuncio che
il Comune si costituirà parte civile nei processi riguardanti i fatti della
Diaz e di Bolzaneto”, dice Vittorio Agnoletto, ex portavoce del Genoa Social
Forum e ora rappresentante del movimento italiano nel consiglio internazionale
del Forum sociale mondiale. Agnoletto boccia come incomprensibile e in
contrasto con le dichiarazioni fatte dallo stesso sindaco durante i giorni del
G8 la delibera della giunta di costituzione di parte civile contro i 26
manifestanti. I Black bloc non solo sono estranei puntualizza l’ex portavoce
del Gsf, ma avversari del movimento, però il messaggio “subliminale” che
viene dalla delibera della giunta è chiaro: “il rovesciamento delle
responsabilità, un messaggio criminalizzante del movimento ignorando che fu
vittima della repressione pianificata dal governo che utilizzò proprio i
Black bloc per giustificarla”. Agnoletto accusa il Comune di essere stato
zitto (“Un silenzio pesantissimo”) sull’archiviazione del caso Giuliani
(“Genova aveva diritto ad assistere a un dibattimento pubblico, a un
confronto delle tesi per individuare le responsabilità”)
e sulla vicenda della Diaz e di Bolzaneto, “che hanno comportato un
danno morale e d’immagine assai più grave di altri fatti”. Sabato
Agnoletto rilancerà la richiesta di organizzare discussioni, dibattiti e
iniziative, nell’ambito di Genova 2004 capitale europea della cultura,
mettendo al centro i diritti umani e civili, che proprio a Genova vennero
calpestati: “Il sindaco non ci ha ancora risposto”.
Ieri un documento firmato da varie realtà
(il primo è Matteo Jade dello Zapata) insiste: “La delibera della giunta
determina una rottura insanabile con quella parte della società civile che da
più di due anni chiede verità e giustizia sui fatti del Luglio 2001”. A
cominciare dai giovani, sottolinea Agnoletto.
Qui invece riportiamo
l’ultimo pezzo, una scheda, riportata sul quotidiano di Ezio Mauro, dal titolo
ironico “Falce, martello e poltrone nell’arcipelago barricadiero”. Il
titolo è ironico, ma molto rappresentativo di come la maggioranza di questo
partito abbia una strana strategia politica per rappresentare e difendere gli
interessi del proletariato: quella di sostituirsi ai padroni entrando nei
consigli di amministrazione. Lasciamo a voi la riflessione.
Sabato 21 febbraio 2004
La Repubblica
Pagina V della parte dedicata alla città di Genova “Il Lavoro”
LA SCHEDA Nelle giunte e nei consigli di amministrazione: il Prc non è solo
un partito di battaglia
Falce,
martello e poltrone nell’arcipelago barricadiero
Due assessori in Comune (Walter Seggi e
Dante Taccani), due in Provincia (Marina Dondero e Mauro Solari), qualche
poltrona nei consigli di amministrazione (Seggi è nel cda dell’Amga,
peraltro in scadenza il prossimo giugno, e per conto di Tursi, il segretario
regionale Giacomo Conti è vicepresidente della Tigullio Trasporti su
indicazione della Provincia), un presidente di circoscrizione (G.Santagata,
Ponente). In Regione, invece, dove Rifondazione Comunista è
all’opposizione, il partito ha la segreteria dell’Ufficio di presidenza
con Marco Nesci.
Questa a grandi linee, la mappa del
“potere” amministrativo e politico di Rifondazione Comunista, la
federazione di Genova, guidata da Bruno Pastorino dopo l’addio del “leader
storico” Giordano Bruschi, conta ora circa mille e cento iscritti.
Ufficialmente tutti invitati lunedì sera all’attivo, aperto anche a
rappresentanti dei movimenti, fissato per le 21 presso la sezione
“Bianchini” in piazza Romagnosi, a Marassi, che si incentrerà sulla
posizione nei confronti del movimento no global e per una lettura politica
dei giorni del G8, in occasione del processo ai 26 accusati tra
l’altro di devastazione e saccheggio, che riconfermi
l’appoggio al movimento e che rilanci le iniziative di fine settimana
da parte del Comitato Verità e Giustizia.
E su questo non ci saranno differenze. Ma
mercoledì sera, nel corso del comitato politico cui ha partecipato Patrizia
Sentinelli della segreteria nazionale, le posizioni si sono differenziate, non
solo sui documenti in votazione sulla condotta da tenere in merito alla
delibera, ma anche nella discussione.
Perché l’accordo preso recentemente tra
Fausto Bertinotti e i vertici del movimento (da Francesco Caruso a Luca
Casarini) prevede un appoggio pieno a tutti gli accusati e alle giornate del
G8 in toto, senza fare distinzioni tra chi può avere avuto responsabilità
dirette o meno; ma non tutti sembrano essere su questa linea, sia a Genova che
a livello nazionale, dove gli echi della vicenda genovese sanno cominciando a
creare qualche dubbio sul comportamento da seguire e sulle conseguenze
“politiche” di un atteggiamento esclusivamente movimentista di
Rifondazione rispetto alla costruzione di un fronte più o meno unito della
sinistra.
Una discussione che verrà portata
nuovamente all’attivo di lunedì sera, e che potrebbe essere foriera di
“uscite” o comunque di posizioni critiche, ad esempio dall’Associazione
per il Rinnovamento della sinistra, che fa capo proprio a Bruschi e a cui fa
riferimento, tra gli altri, anche Walter Seggi.
Che per il momento non fa dichiarazioni
sulle decisioni che prenderà, continua il suo lavoro “tecnico” e che,
secondo come andranno le vicende, potrebbe restare nella giunta Pericu, di cui
è uno dei “sostenitori” maggiori sotto il profilo
della mole del lavoro svolto.
“Faccio la mia battaglia nel partito e
nei modi più leali –dice Seggi- è giusto ragionare ci vuole riflessione a
tutti i livelli”.
Ma non ha gradito l’attacco a tutto
campo contro Pericu, la bagarre in consiglio; anche perché è tra coloro che
la delibera l’hanno votata.
Molti in Rifondazione gradirebbero una sua
uscita, perché considerato troppo fedele al sindaco, tanto da essere messo
sotto accusa lo scorso anno sulla delibera della vendita delle dighe.
E c’è chi dice che, nell’insieme
della polemica, ci sarebbe anche l’intenzione di far saltare Seggi per
ottenere poi , ad una eventuale rappacificazione ottenuta, un posto in giunta
per qualcuno molto più fedele, da affiancare all’allineatissimo Dante
Taccani. Che se Rifondazione uscisse, lascerebbe vuota.