"NON-VIOLENZA E REPRESSIONE DELLO STATO BORGHESE": LA MAGGIORANZA DIRIGENTE DEL PRC DALLA "TEORIA" ALLA PRASSI!

 

 
Trovate di seguito una nota di aggiornamento, scritta dal compagno Alessandro Borghi dirigente genovese di Progetto Comunista, sulla grave vicenda che vede coinvolta la maggioranza dirigente del Prc nel costituirsi parte civile del Comune di Genova contro 26 manifestanti accusati di saccheggio e devastazione durante il G8 (e che rischiano fino a 15 anni di reclusione!)
 
La nota è accompagnata da una dettagliata rassegna stampa (quotidiani locali) che comprende anche un intervista allo stesso Bertinotti.
 
Buona lettura

Fabiana Stefanoni


Rifondazione  e il sindaco di Genova: un incidente di percorso verso le politiche 2006.

 

Questa è la seconda circolare, di rassegna stampa locale sulla questione, difficile da redimere per Rifondazione, della costituzione parte civile del Comune di Genova contro 26 persone accusate di saccheggio e devastazione durante il G8.

Riteniamo utile informare i compagni del grande dibattito, locale e nazionale, che sta suscitando questa situazione soprattutto sulla stampa genovese e  purtroppo registrando uno scarso rilievo dato dal nostro giornale, “Liberazione”, a ciò che sta accadendo in città.

In questi giorni, non si sono placate le polemiche tra i partiti della maggioranza e PRC, nonostante un CPF, che sostanzialmente si è rivelato un luogo di sfogo per i compagni, nonostante gli ordini del giorno che insistevano “sull’autosospensione degli assessori” e conseguentemente con la ventilata uscita dalla giunta.

In città comunque il dibattito continua e come vedrete dalla rassegna stampa ci sono stati anche degli incontri tra segreterie di partito, sostanzialmente senza un nulla di fatto.

Ad oggi ognuno sembrerebbe  sulle sue posizioni, e sicuramente il sindaco di Genova, G. Pericu, è più che mai determinato ad andare avanti.

Il CPF della scorsa settimana ha comunque registrato diversificazioni al suo interno con la proposizione di tre documenti messi in votazione.

E’ utile specificarlo, perché sulla stampa si presenta la cosa come se quasi la totalità del CPF avesse aderito al documento presentato dalla maggioranza

Un primo documento presentato dalla maggioranza ha registrato 32 voti favorevoli, dove si prendeva atto della situazione, ma non esplicitava una netta posizione per l’uscita dalla maggioranza di CS.

Un altro presentato da Progetto Comunista che ha ricevuto 8 voti, dove ovviamente chiedevamo di uscire immediatamente dalla giunta e dalla maggioranza; e un terzo presentato da Giordano Bruschi a nome dell’Associazione rinnovamento della sinistra con 4 voti, dove non si chiedeva di uscire dalla maggioranza, e di istituire una commissione di inchiesta sui fatti del G8.

Sarà interessante seguire questa vicenda locale, soprattutto il comportamento della maggioranza del partito in vista dell’accordo per le politiche 2006, vero orizzonte del comp. segretario nazionale F. Bertinotti.

In questa breve rassegna stampa, è comunque rintracciabile, nell’intervista al segretario nazionale, la sua ricerca di compromesso. La parola “rottura” nell’intervista non è mai nominata.

 

Di seguito vi riporto, articoli e stralci, dei giornali locali del 19 e 20 febbraio 2003.

 

Giovedì 19 febbraio 2004

CORRIERE MERCANTILE                  

(articolo di prima pagina)

 

G8: Pericu e Rifondazione sempre più vicini alla rottura

 

Crisi più vicina a Palazzo Tursi dopo l’incontro di ieri fra il sindaco, Giuseppe Pericu, e una delegazione di Rifondazione Comunista.

Oggetto del confronto la controversa decisione della giunta comunale di costituirsi parte civile nel processo che inizierà il 2 marzo contro 26 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio per i fatti avvenuti durante il vertice dei G8.

Rifondazione ha chiesto a Pericu di ritirare la delibera ma la risposta del Sindaco è stata negativa e fra le due parti non si sono aperti margini di confronto che possano riavvicinare le posizioni.

A questo punto, quindi, è probabile che nei prossimi giorni gli organismi dirigenti genovesi di Rifondazione Comunista decidano l’uscita del partito dalla giunta ed eventualmente anche dalla maggioranza di Palazzo Tursi.

 

Giovedì 19 febbraio 2004

CORRIERE MERCANTILE

(pagina 4)

 

POSIZIONI IMMUTATE DOPO L’INCONTRO DI IERI SULLA CONTROVERSA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE CONTRO I 26 MANIFESTANTI

 

Maggioranza sull’orlo della crisi

 

Pericu:”Non torno indietro”. Rifondazione vicina all’addio

 

Crisi di maggioranza sempre più vicina a Palazzo Tursi, dopo l’incontro di ieri fra il sindaco, Giuseppe Pericu, e una delegazione di Rifondazione Comunista costituita da Bruno Pastorino, e dai consiglieri comunali Roberto Delogu, Patrizia Poselli e Laura Tartarini.

Oggetto dell’incontro era la controversa delibera con la quale la giunta comunale ha deciso di costituirsi parte civile nel processo che inizierà il 2 marzo contro 26 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio per i fatti accaduti durante il vertice del G8. Rifondazione ha ribadito la richiesta di ritiro della delibera ma il Sindaco ha confermato la decisione di non tornare indietro: a questo punto è, quindi, probabile che RC metta in atto una scelta finora solo ventilata , vale a dire l’uscita dalla giunta , dove è rappresentata dagli assessori Walter Seggi e Dante Taccani (che avevano votato a favore della delibera), ed eventualmente anche dalla maggioranza di Tursi.

Ogni decisione è stata tuttavia rinviata agli organismi dirigenti del partito, che si riuniranno nei prossimi giorni.

“Abbiamo manifestato al Sindaco il nostro stupore – spiega Pastorino – per il fatto che una delibera come questa non fosse stata discussa, prima, con la maggioranza  e nelle sedi politiche opportune e abbiamo chiesto a lui, come espressione della nostra maggioranza, un’azione che vada nella direzione in cui tanti si sono espressi in città in questi giorni”.

Pastorino precisa che “noi non chiediamo aree di impunità ma, proprio perché siamo d’accordo con il Sindaco nel ritenere che la politica non debba usare le aule dei tribunali, pensiamo che quella delibera sia un atto politico inedito e che il Comune avrebbe potuto chiedere il risarcimento dei danni con un’azione civile, nei confronti di eventuali condannati, dopo il processo penale”. Pericu, invece, che dopo non ha voluto rilasciare dichiarazioni, ha ribadito che la delibera è per lui solo  un atto amministrativo finalizzato al risarcimento dei danni, senza alcun valore politico  e che, quindi, non intende né modificarla, né ritirarla.

In questa situazione  è evidente che un cambiamento di posizione  da parte del Sindaco sarebbe interpretato come un cedimento alle pressioni di RC, e sarebbe contestato da una parte almeno della maggioranza (Margherita e parte dei DS), ma anche per Rifondazione diventa difficile una retromarcia, dopo che la segreteria nazionale è intervenuta a sostegno della segreteria provinciale e dopo che il comitato politico federale della federazione genovese ha affermato, lunedì sera, che la delibera “non può che configurarsi, oggettivamente, come un sostegno all’impianto accusatorio di 26 giovani, tutti indistintamente imputati di devastazione e saccheggio”, e che la decisione è “ancor più grave in assenza, viceversa, della costituzione di parte civile, da parte del Comune di Genova, nei procedimenti giudiziari in corso per i fatti della Diaz e della caserma di Bolzaneto”. La strada verso la crisi, quindi sembra aperta e anche se l’eventuale uscita di RC dalla maggioranza non ne comporterebbe, numericamente, la sopravvivenza, avrebbe un valore politico rilevante.

   

Giovedì 19 febbraio 2004

Il secolo XIX

Pagina 23 – prima della sezione dedicata alla città di Genova –

 

LA POLITICA Dopo che il Comune si è costituito parte civile contro i black bloc fallisce l’incontro fra il partito e sindaco

 

Tursi, rottura sui no global

 

Rifondazione comunista pronta a uscire dalla giunta

 

Rifondazione comunista è con un piede fuori dalla giunta. Per l’altro si attende la decisione del comitato politico federale, che potrebbe riunirsi all’inizio della prossima settimana.

Giusto qualche giorno, in attesa di un “miracolo” politico che però gli stessi esponenti del partito di Bertinotti sono i primi a faticare ad immaginare.

E’ questa l’aria che si respira al termine dell’incontro (un’ore e venti) avvenuto ieri pomeriggio a palazzo Tursi fra il sindaco Giuseppe Pericu, rientrato in mattinata da Roma, e la delegazione di PRC composta dal segretario Bruno Pastorino e dai consiglieri comunali Roberto Delogu, capogruppo, Patrizia Poselli e Laura Tartarici (assente Arcadio Nacini influenzato).

Oggetto, la costituzione di parte civiledel Comune al processo contro i 26 manifestanti del G8 accusati di devastazione e saccheggio.

Dice Pastorino:”Abbiamo chiesto al sindaco di assumere un atto unilaterale che possa ricomporre la frattura che si è creata non con Rifondazione, ma con una parte importante della città e della società che ha contribuito anche alla sua elezione, il movimento, l’Arci, don Gallo, Giulietto Chiesa, esponenti politici dei Verdi e gli stessi compagni dei DS”.

Ma la richiesta del PRC di ritirare la costituzione parte civile è stata respinta dal sindaco senza lasciare margini di trattativa.

Per Pericu l’atto è stato “doveroso e opportuno”. Il sindaco ha ribadito che considera la delibera un atto amministrativo, in cui si riconosce pienamente, e non un provvedimento politico.

Una retromarcia è dunque da escludere, anche se Pericu scriverà una lettera all’avvocato Giovanni Salvarezza, legale del Comune, per puntualizzare che la costituzione è circoscritta all’aspetto dei danni materiali.

Pericu ha spiegato di non voler subordinare l’attività amministrativa ai partiti e alla politica (e si è dimostrato anche molto irritato per l’invasione dei “disobbedienti” giovedì scorso in consiglio comunale), ma dall’altra parte la delibera ha scoperto un nervo sensibile di PRC, il suo rapporto con il movimento: anche per gli equilibri interni, appare estremamente difficile un ammorbidimento della linea che l’altra sera il comitato politico federale ha votato (32 sui 44): il ritiro dell’atto.

“Se le due posizioni, la nostra e quella del sindaco, non si muovono, si va verso la crisi – ammette Pastorino – ma noi auspichiamo che nei prossimi giorni possano ancora arrivare proposte di ricomposizione: le ascolteremo tutte”.

Dice Mario Tullo, segretario dei DS, con un diavolo per capello per la posizione assunta dai consiglieri del Medio Ponente (“Sbagliata e ingenerosa verso Pericu e la giunta”): “L’atto non aggiunge e non toglie nulla alla nostra posizione politica, alla richiesta di verità e giustizia, ma sono pronto a chiedere al sindaco e alla maggioranza di puntualizzarla di nuovo”.

L’uscita dalla giunta, dove PRC ha due assessori di riferimento, Walter Seggi e Dante Taccani, non dovrebbero però intaccare il “ vincolo elettorale” che lega Pericu e la sua maggioranza a Rifondazione e quest’ultima agli elettori del centrosinistra a Palazzo Tursi.

Lontano dalla giunta, un po’ meno dalla maggioranza (che ha comunque i numeri per governare), per il partito di Bertinotti a Genova si avvicina il tempo della resa dei conti.

 

Di seguito, riportiamo, le dichiarazioni del presidente della circoscrizione VII° Ponente, G. Santagata, in merito alla vicenda G8; visto che un consigliere di Forza Italia si è divertito ha mandare una lettera al presidente chiedendo se intende dimettersi.

E’ l’unica circoscrizione dove il PRC esprime una presidenza, ovviamente Santagata scinde la sua situazione da quella in Comune. E’ ovvio che se la decisione di uscire dalle maggioranze di centrosinistra prende corpo non può limitarsi al solo Comune come se le circoscrizioni fossero cosa a sè. Invece pare che Santagata intenda le circoscrizioni come terminali autonomi sul territorio, slegate da Tursi.

Andiamo a vedere cosa sostiene:

 

Giovedì 19 febbraio 2004

Il secolo XIX

 

CIRCOSCRIZIONE PONENTE

 

Santagata non si autosospende

 

“Il chiarimento riguarda soltanto Tursi”

 

“Presidente Santagata, intende, coerentemente alle scelte del partito di cui fa parte, dimettersi dalla sua carica?”

La domanda, scritta in una lettera giunta qualche giorno fa sulla scrivania del presidente della circoscrizione Ponente, è firmata dal consigliere di Forza Italia Paolo Casalino.

“Visto che la circoscrizione Ponente è l’unica ad essere governata dal PRC, si chiede se lei intenda, coerentemente con la linea assunta dai suoi compagni, di autosopendersi dalla carica di presidente, oppure se continuerà a svolgere il suo mandato”.Il riferimento è alla presa di posizione di Rifondazione in merito al caso no global. Il presidente Santagata reagisce in modo pacato ma fermo:” Certo è che non spetta al consigliere Casalino chiedere conto del comportamento conseguente ad una scelta di partito. Non esiste la sospensione per il presidente di circoscrizione, non è neanche prevista dal regolamento. Prendo atto della richiesta, ma la ritengo fortemente strumentale. Il chiarimento avverrà solo a Trusi. Quindi rimarrò in carica”.

 

 

Qui sotto, riportiamo, l’intervista al segretario nazionale Fausto Bertinotti in merito alla situazione genovese.

 

Sabato 21 febbraio 2004

Il secolo XIX

Prima pagina

 

Parla il leader di Rifondazione

 

G8, Bertinotti “Pericu cambi delibera”

 

Genova. La delibera con cui il Comune si è costituito parte civile nei confronti di 26 manifestanti al G8 è politicamente sbagliata e va riparata con un altro atto amministrativo. Così il segretario di Rifondazione Comunista. Ieri anche il Correntone DS ha chiesto la sospensione della delibera.

 

Onorevole Bertinotti, che cosa sta accadendo a Genova?

 

“Ho una totale condivisione del comportamento assunto dalla federazione del mio partito. Quella delibera costituisce un errore politico specie per una giunta e per un sindaco come Giuseppe Pericu che, durante i giorni del G8, aveva avuto un comportamento ineccepibile, che non avevamo mancato di sottolineare con molto rispetto noi che siamo stati così direttamente interni e impegnati nel movimento. Anche per questo ci è sembrato sorprendente oltre che sbagliato”.

 

Rifondazione chiede di cancellare la delibera.

 

“Vanno nella stessa direzione anche le opinioni di autorevolissimi esponenti dell’opinione pubblica genovese che ha accompagnato il movimento, come don Andrea Gallo. Per un atto di responsabilità nei confronti della stessa città maggioranza in cui siamo, lavoriamo per cercare una soluzione giusta che possiamo chiamare di compromesso.

Molti giuristi democratici stanno dando un contributo anche a livello nazionale, naturalmente nelle forme corrette, al riparo dalla pubblicità. C’è un lavoro interessante che può configurare una via d’uscita, che è quella naturalmente di un nuovo atto amministrativo”.

 

Il sindaco, però, ha detto:”la delibera non la cambio”.

 

“Mi pare sbagliato e noi continuiamo a dire che deve cambiarla o meglio che dobbiamo cambiarla. Non ho intenzione di forzare la polemica, dico che la volontà di una compagine è una volontà unitaria”.

 

Ieri il sindaco ha risposto sul Secolo XIX a don Gallo…

 

“Penso che abbia ragione don Gallo”.

 

Pericu sostiene che l’amministrazione non può sottrarsi ad agire perché ha dei doveri verso la collettività.

“Occorre che la delibera sia riscritta in modo che non sia interpretabile come un atto direttamente rivolto a un’area del movimento: per esempio, che l’amministrazione comunale si costituisca parte lesa nei confronti di qualunque atto riguardante le vicende del G8, a 360 gradi. Altrimenti l’obiezione di don Gallo è insormontabile”.

 

Ci sono due assessori dei DS incaricati di stendere un nuovo documento politico…

 

“Ripeto: ci vuole un atto amministrativo”.

 

Rifondazione non deroga da questo?

 

E’ persino elementare. Se la divergenza si è prodotta su un atto amministrativo”.

 

Finora è muro contro muro…

 

“Continueremo a dirlo oggi, domani, dopodomani e a chiedere solidarietà a tutte quelle forze che ritengono, in un momento così delicato, che un’amministrazione importante come quella di Genova non può esporsi alla critica di don gallo. Che poi è quella del movimento. Il punto che noi poniamo è la salvaguardia del rapporto tra l’amministrazione comunale e il movimento. Cerchiamo di aumentare le forze a favore di questa soluzione. E io vedo che aumentano, anzi prevedo che aumentino”.

 

Però nei partiti che sostengono la giunta Pericu ci sono anche forti malumori verso Rifondazione.

 

“Quando c’è una differenza e una difficoltà i malumori sono reciproci, naturalmente”.

 

Uno dei punti che la giunta Pericu sostiene è che la violenza non può essere accettata.

 

“Sfonda porte aperte”.

 

Quindi se qualcuno dei 26 manifestanti si è macchiato di reati…

 

“Non c’entra niente. Per questi 26 ci saranno i procedimenti della magistratura. Chiediamo che l’amministrazione dica che siccome quello è un atto tecnico, sarà fatto a 360 gradi”.

                                                                                                                       

Quell’atto è stato votato anche da due assessori di Rifondazione.

 

“C’è stata una conseguente azione, no? C’è stato un pronunciamento della segreteria del partito di Genova e della segreteria nazionale che ha assunto la stessa posizione”.

 

L’assessore Seggi però ha posizioni diverse e lo dice…

 

“E’ legittimo, questo è un partito democratico, ci sono tante possibilità di espressione. Ma resta il fatto che la posizione del partito è quella espressa dalla segreteria provinciale e nazionale del partito”.

 

Ci potrebbero essere conseguenze anche all’interno di Rifondazione…

 

“Vedremo. Intanto i voti nel comitato federale sono stati pressoché unanimi”.

                                                                                                                   

Come viene vissuta la vicenda di Genova a livello nazionale?

 

“Come ogni giorno ha la sua pena, ogni città ha la sua autonomia”.

 

E’ più ottimista o pessimista?

 

“Realista. Ho imparato che in politica quello che non è possibile oggi, è possibile domani”.

 

Nel frattempo leggiamo sulle pagine dello stesso giornale della spaccatura interna ai DS. Infatti il Correntone DS, pare che corra in soccorso di Rifondazione annunciando di non condividere la presa di posizione del Sindaco.

 

Sabato 21 febbraio 2004

Il secolo XIX

Pagina 27

 

LA POLITICA I consiglieri comunali di area berlingueriana si dissociano della posizione del partito

 

No global, spaccatura nei DS

 

Il correntone chiede di sospendere la delibera sui Black bloc

 

La crisi politica a palazzo Tursi si complica sempre più. Non solo Rifondazione comunista insiste nella richiesta che il Comune non si costituisca parte civile nel confronti dei 26 manifestanti al G8 (e in caso di bocciatura uscirà dalla maggioranza), adesso anche sei consiglieri comunali del correntone diessino (Massimo Casagrande, Bruno Delpino, Massimiliano Morettini, Paolo Lavagetto, Gabriella Bigio e Fulvio Molfino) scendono in campo per chiedere la “sospensione” della delibera contestata.

Pur concludendosi con un appello al confronto e all’unità in vista delle prossime decisioni importanti per il futuro della città (Cornigliano, AMT, bilancio), il documento prende di fatto le distanze dalla posizione assunta e ribadita dal sindaco.

“La decisione della giunta – scrivono infatti –non può essere considerata, come molti sostengono, un mero atto amministrativo né un atto dovuto. Era chiaro che avrebbe assunto una valenza politica e aperto una discussione all’interno della maggioranza di centrosinistra. Era dunque necessario una preventiva discussione con le diverse forze di maggioranza”.

In un quadro che rischia di precipitare, “è necessario che ognuno si fermi e rifletta, senza pregiudiziali o atteggiamenti arroganti”. Pur riconoscendo a Pericu di aver svolto “un ruolo di grande spessore politico e istituzionale nei giorni del G8”, il documento della minoranza diossina apre un nuovo fronte  di criticità.

“Sono sorpreso e dispiaciuto sul piano personale – è la reazione a caldo di mario Tullo, segretario DS – a questo punto è evidente che occorre un chiarimento all’interno del comitato politico, dove ribadirò la posizione che era stata discussa con il gruppo consiliare e approvata, cioè il sostegno alla decisione della giunta, con l’ulteriore impegno a confrontarsi sul documentoo politico che due assessori stanno elaborando”.

L’irritazione di Tullo deriva anche da questo:”Lunedì mattina a parte qualche perplessità su aspetti di metodo nessuno aveva avanzato la richiesta di sospensione”.

Rifondazione, intanto, non fa passi indietro. L’altra sera la segreteria ha deciso di chiedere al gruppo consiliare di presentare una mozione.

Dice Bruno Pastorino, segretario del PRC:”Spero che il presidente del consiglio avrà la sensibilità di discuterla prima del 2 marzo, data di inizio del processo”.

Sarà un testo ampio, articolato, intorno al tema della “verità negata” sui fatti del luglio 2001, che si concluderà chiedendo al Comune di non costituirsi parte civile, con le modalità meglio viste, e riservandosi di chiedere i danni una volta che saranno eventualmente accertate le responsabilità penali degli imputati.

Il documento  politico che la giunta sta elaborando? “Immagino che ci ritroveremo su molti punti – dice Pastorino – ma il punto su cui ci deve essere una risposta è: il Comune conferma o no la decisione? L’intervento del sindaco Pericu su “il secolo XIX” è sicuramente di altissimo profilo, però c’è un elemento che non condividiamo assolutamente: la divisione tra amministrazione e politica.

L’amministrazione non è mai neutrale”.

Lunedì alle 21, alla sezione Bianchini di Marassi, si terrà una riunione aperta degli iscritti. Sulla presentazione della mozione, il capogruppo Roberto Delogu è perplesso:”Mi pare una forzatura che inasprisce il conflitto. O si aspetta di leggere il documento della giunta, oppure tanto vale uscire ora”.

In dissenso c’è Walter Seggi. “E’ una posizione legittime – dice Pastorino – ma quando il 90 per cento del partito sceglie una linea , chi non la rispetta compie un’azione di rottura”.

Per Claudio Gustavano, capogruppo della Margherita, della delibera non si può tornare indietro: “Se questa richiesta fosse accolta non saremmo più noi della maggioranza. E se Rifondazione insiste si mette fuori da sola”.

 

Segue nella stessa pagina l’articolo-intervista a Vittorio Agnolotto.

 

AGNOLETTO

“Il  Comune si costituisca parte civile anche per la Diaz e Bolzaneto”

 

“Occorre un atto di riconciliazione: che il sindaco usi la giornata di sabato prossimo per dare almeno l’annuncio che il Comune si costituirà parte civile nei processi riguardanti i fatti della Diaz e di Bolzaneto”, dice Vittorio Agnoletto, ex portavoce del Genoa Social Forum e ora rappresentante del movimento italiano nel consiglio internazionale del Forum sociale mondiale. Agnoletto boccia come incomprensibile e in contrasto con le dichiarazioni fatte dallo stesso sindaco durante i giorni del G8 la delibera della giunta di costituzione di parte civile contro i 26 manifestanti. I Black bloc non solo sono estranei puntualizza l’ex portavoce del Gsf, ma avversari del movimento, però il messaggio “subliminale” che viene dalla delibera della giunta è chiaro: “il rovesciamento delle responsabilità, un messaggio criminalizzante del movimento ignorando che fu vittima della repressione pianificata dal governo che utilizzò proprio i Black bloc per giustificarla”. Agnoletto accusa il Comune di essere stato zitto (“Un silenzio pesantissimo”) sull’archiviazione del caso Giuliani (“Genova aveva diritto ad assistere a un dibattimento pubblico, a un confronto delle tesi per individuare le responsabilità”)  e sulla vicenda della Diaz e di Bolzaneto, “che hanno comportato un danno morale e d’immagine assai più grave di altri fatti”. Sabato Agnoletto rilancerà la richiesta di organizzare discussioni, dibattiti e iniziative, nell’ambito di Genova 2004 capitale europea della cultura, mettendo al centro i diritti umani e civili, che proprio a Genova vennero calpestati: “Il sindaco non ci ha ancora risposto”.

Ieri un documento firmato da varie realtà (il primo è Matteo Jade dello Zapata) insiste: “La delibera della giunta determina una rottura insanabile con quella parte della società civile che da più di due anni chiede verità e giustizia sui fatti del Luglio 2001”. A cominciare dai giovani, sottolinea Agnoletto.

 

 

Qui invece riportiamo l’ultimo pezzo, una scheda, riportata sul quotidiano di Ezio Mauro, dal titolo ironico “Falce, martello e poltrone nell’arcipelago barricadiero”. Il titolo è ironico, ma molto rappresentativo di come la maggioranza di questo partito abbia una strana strategia politica per rappresentare e difendere gli interessi del proletariato: quella di sostituirsi ai padroni entrando nei consigli di amministrazione. Lasciamo a voi la riflessione.

 

Sabato 21 febbraio 2004

La Repubblica

Pagina V della parte dedicata alla città di Genova “Il Lavoro”

 

 

LA SCHEDA Nelle giunte e nei consigli di amministrazione: il Prc non è solo un partito di battaglia                                        

 

Falce, martello e poltrone nell’arcipelago barricadiero

 

Due assessori in Comune (Walter Seggi e Dante Taccani), due in Provincia (Marina Dondero e Mauro Solari), qualche poltrona nei consigli di amministrazione (Seggi è nel cda dell’Amga, peraltro in scadenza il prossimo giugno, e per conto di Tursi, il segretario regionale Giacomo Conti è vicepresidente della Tigullio Trasporti su indicazione della Provincia), un presidente di circoscrizione (G.Santagata, Ponente). In Regione, invece, dove Rifondazione Comunista è all’opposizione, il partito ha la segreteria dell’Ufficio di presidenza con Marco Nesci.

Questa a grandi linee, la mappa del “potere” amministrativo e politico di Rifondazione Comunista, la federazione di Genova, guidata da Bruno Pastorino dopo l’addio del “leader storico” Giordano Bruschi, conta ora circa mille e cento iscritti. Ufficialmente tutti invitati lunedì sera all’attivo, aperto anche a rappresentanti dei movimenti, fissato per le 21 presso la sezione “Bianchini” in piazza Romagnosi, a Marassi, che si incentrerà sulla posizione nei confronti del movimento no global e per una lettura politica  dei giorni del G8, in occasione del processo ai 26 accusati tra l’altro di devastazione e saccheggio, che riconfermi  l’appoggio al movimento e che rilanci le iniziative di fine settimana da parte del Comitato Verità e Giustizia.

E su questo non ci saranno differenze. Ma mercoledì sera, nel corso del comitato politico cui ha partecipato Patrizia Sentinelli della segreteria nazionale, le posizioni si sono differenziate, non solo sui documenti in votazione sulla condotta da tenere in merito alla delibera, ma anche nella discussione.

Perché l’accordo preso recentemente tra Fausto Bertinotti e i vertici del movimento (da Francesco Caruso a Luca Casarini) prevede un appoggio pieno a tutti gli accusati e alle giornate del G8 in toto, senza fare distinzioni tra chi può avere avuto responsabilità dirette o meno; ma non tutti sembrano essere su questa linea, sia a Genova che a livello nazionale, dove gli echi della vicenda genovese sanno cominciando a creare qualche dubbio sul comportamento da seguire e sulle conseguenze “politiche” di un atteggiamento esclusivamente movimentista di Rifondazione rispetto alla costruzione di un fronte più o meno unito della sinistra.

Una discussione che verrà portata nuovamente all’attivo di lunedì sera, e che potrebbe essere foriera di “uscite” o comunque di posizioni critiche, ad esempio dall’Associazione per il Rinnovamento della sinistra, che fa capo proprio a Bruschi e a cui fa riferimento, tra gli altri, anche Walter Seggi.

Che per il momento non fa dichiarazioni sulle decisioni che prenderà, continua il suo lavoro “tecnico” e che, secondo come andranno le vicende, potrebbe restare nella giunta Pericu, di cui è uno dei “sostenitori” maggiori sotto il profilo  della mole del lavoro svolto.

“Faccio la mia battaglia nel partito e nei modi più leali –dice Seggi- è giusto ragionare ci vuole riflessione a tutti i livelli”.

Ma non ha gradito l’attacco a tutto campo contro Pericu, la bagarre in consiglio; anche perché è tra coloro che la delibera l’hanno votata.

Molti in Rifondazione gradirebbero una sua uscita, perché considerato troppo fedele al sindaco, tanto da essere messo sotto accusa lo scorso anno sulla delibera della vendita delle dighe.

E c’è chi dice che, nell’insieme della polemica, ci sarebbe anche l’intenzione di far saltare Seggi per ottenere poi , ad una eventuale rappacificazione ottenuta, un posto in giunta per qualcuno molto più fedele, da affiancare all’allineatissimo Dante Taccani. Che se Rifondazione uscisse, lascerebbe vuota.