Il filopapismo di Bertinotti

 

Pierino Marazzani (*)

 

Il discorso pronunciato alla Camera dei deputati dall'attuale papa ma soprattutto le reazioni delle diverse forze politiche inducono a una serie di considerazioni. Innanzitutto la scelta di Fausto Bertinotti di restare in aula e di applaudire questo papa è un grave errore politico.

Il pontificato di Giovanni Paolo II è stato segnato da una profonda svolta a destra con evidenti risvolti filofascisti e filonazisti. All'interno della Chiesa è stata portata avanti una spietata caccia ai preti, vescovi e giornalisti cattolici di sinistra che sono stati epurati a centinaia mentre, al contrario, i religiosi reazionari e filofascisti sono stati promossi alle più alte cariche e valorizzati al massimo. Incontri amichevoli e benedizioni sono stati riservati ai peggiori figuri della destra del XX secolo: da Pinochet ai generali argentini, da Le Pen ad Almirante, da Haider alla famiglia Savoia, ecc. Addirittura un prete, figlio del segretario di Hitler Martin Bormann, ha ricevuto a tempo di record la dispensa pontificia per sposarsi quando in venticinque anni di pontificato Woityla ne ha concesse solo una decina.

Al contrario le esperienze rivoluzionarie, anche quelle che hanno visto in prima fila molti cattolici, sono sempre state combattute fino in fondo da questo papa come per esempio in Nicaragua dove il suo atteggiamento, mai equidistante ma sempre pro-contras, ebbe un ruolo decisivo nella sconfitta del sandinismo.

La sua insistenza ossessiva sull'aborto, contro la contraccezione e così via non è altro che un pretesto politico per obbligare i cattolici a votare a destra: ebrei e protestanti, che si richiamano anch'essi alla bibbia, come mai non ne traggono conclusioni così drastiche e retrive come quelle del Vaticano?

Bertinotti e il gruppo dirigente del PRC insistono nel non capire che la dottrina sociale della Chiesa non è altro che "un elemento ideologico oppiaceo" come scriveva giustamente Gramsci (1). La verità è che il Vaticano è una monarchia assoluta dove non esistono tutele sindacali per i tremila dipendenti laici; la magistratura è una burletta poiché viene nominata direttamente dalla curia; affarismo e traffici di ogni genere sono all'ordine del giorno; il Vaticano possiede una banca che da sempre ricicla ed esporta soldi sporchi; la sua radio semina impunita elettrosmog e leucemie infantili; le sue acque reflue e i suoi scarichi devono essere depurati gratis dal Comune di Roma; le enormi ricchezze sono investite con l'unico criterio del massimo profitto (altro che banca etica!), eccetera.

Ebbene, con quale faccia Bertinotti ha potuto applaudire un simile capo di Stato? E anzi dire di essersi emozionato per le sue parole?

E', secondo me, l'eterno errore del togliattismo: un misto di paura verso questa terribile e potente casta sacerdotale e di ricerca di possibili convergenze sul piano politico con settori che ad essa si richiamano -e che costituiscono parte integrante del centrosinistra.

Al contrario noi diciamo che bisogna combattere e denunciare apertamente il ruolo reazionario del Vaticano (sociale, politico e anche morale, alla luce dello scandalo dei preti pedofili).

Quei pochi preti coraggiosi che si schierano con coerenza dalla parte del proletariato devono essere difesi con maggiore fermezza dal nostro partito: in occasione della cacciata di don Vitaliano Dala Sala Rifondazione non ha fatto quasi nulla!

Il PRC è stato paradossalmente scavalcato a sinistra perfino da Cossutta e da alcuni deputati Ds e Verdi che hanno scelto di non presenziare alla visita del papa in parlamento rilasciando dichiarazioni critiche verso questo pontificato.

Le dichiarazioni apparentemente pacifiste di Woityla non devono ingannarci: non sono altro che manovre strumentali per cautelarsi da eventuali rappresaglie islamiche contro il clero cattolico. Abbiamo già visto in Nicaragua e in Croazia come dalla pace a questo papa non gliene freghi nulla: "Per comprendere bene la posizione della chiesa nella società moderna, occorre comprendere che essa è disposta a lottare solo per difendere le sue particolari libertà corporative (di chiesa come chiesa, organizzazione ecclesiastica), cioè i privilegi che proclama legati alla propria essenza divina: per questa difesa la chiesa non esclude nessun mezzo, né l'insurrezione armata, né l'attentato individuale, né l'appello all'invasione straniera." (2)

(*) Marazzani cura il Calendario di effemeridi anticlericali (edito da La Fiaccola) e anima il Centro Giordano Bruno.    

Note

(1) A. Gramsci, Il Vaticano e l'Italia, Editori Riuniti, Roma, 1994, p. 25

(2) Ibidem, p. 24