Rigettiamo le logiche delle primarie, costruiamo un’opposizione comunista

La farsa delle “primarie” in Calabria

 

 

di Massimiliano Caligiuri

 

Il 28 novembre 2004 si è svolta a Lamezia Terme l’assemblea dei grandi elettori (“primarie”), che ha deciso il candidato alla presidenza della Regione Calabria per il centrosinistra. Dopo un’estate molto tormentata, in cui è impazzato il totocandidato, il centrosinistra o Gad (Grande Alleanza Democratica) ha avuto l’illuminazione “divina”e ha deciso di copiare in pieno un modello, quello americano, che, condito in salsa piccante calabrese, ha portato - udite udite - Agazio Loiero ad essere il candidato della Gad per la regione Calabria.

Il sistema elettorale delle primarie prevedeva la partecipazione per il 40% degli esponenti scelti nelle segreterie dei partiti, per il 30% dei membri delle associazioni e per il restante 30% degli eletti nelle istituzioni. A tale scopo sono fiorite miriadi di associazioni fantasma con l’intento di far stravincere il candidato prescelto. Infatti, la vittoria di Agazio Loiero ha colto pochissime persone di sorpresa perché l’ex democristiano, passato dalle file del centrodestra a quelle del centrosinistra con incarichi istituzionali nel governo D’Alema, ha confermato quanto si era annunciato nel congresso regionale della Margherita tenutosi a Vibo Valentia nel marzo 2004. Perché questa data è fondamentale? La risposta è semplice: in questi anni, Margherita e Ds in Calabria si sono divisi in una mera logica spartitoria tutte le maggiori candidature e quindi, in base ad accordi già presi, questa volta toccava al partito di Prodi, Rutelli e Castagnetti.

A questo punto i cespugli dell’Ulivo e le costole sinistre del centrosinistra (compreso il Prc e lo stuolo di pseudomovimenti che si trascina dietro) non sono stati a guardare e hanno tuonato che il candidato doveva essere il più possibile unitario e rappresentativo della società civile. Così come il nostro partito a livello nazionale, con in testa il segretario Fausto Bertinotti, propone al centrosinistra le primarie per accreditarsi come il più fedele alleato, anche a livello regionale il commissario del nostro partito, il compagno Stefano Zuccherini, insieme a Progetto Calabria (forza che vede dentro docenti universitari, esponenti del sindacato e altri), propone alla Gad calabrese l’assemblea dei grandi elettori e come candidato (alternativo a quello che poi risulterà vincente, Agazio Loiero) presenta Giovanni La Torre. Questo è il rettore dell’Università della Calabria, il maggior fautore delle politiche di privatizzazione dell’ateneo calabrese, nonché membro, insieme ad altri rettori delle università italiane, della commissione che ha portato alla stesura della riforma Moratti.

Non solo quindi il danno, ma anche la beffa! Rifondazione Comunista, nella sua interezza, non solo non ha potuto decidere se svolgere o meno le primarie (che doveva rigettare naturalmente), ma non ha ulteriormente discusso la prospettiva di un accordo politico-programmatico col centrosinistra, che in ogni caso è fallimentare, sia per il Prc sia, soprattutto, per le masse popolari che un partito comunista dovrebbe rappresentare. Il nostro partito ha preso una deriva istituzionale e governista e quindi non solo butta a mare tutta la migliore esperienza del Novecento del movimento comunista (come purtroppo è ben spiegato nelle 15 tesi del documento congressuale numero 1), ma s’inventa decine e decine di teorizzazioni che con un partito comunista hanno poco a che vedere, tant’è che le primarie rappresentano l’americanizzazione della politica per eccellenza. Ci troveremo a discutere, quindi, anche in Calabria, nel congresso che sta per iniziare, di una decisione che il nostro partito ha già preso e che nessuna delle aree presenti al congresso, esclusa quella di Progetto Comunista, ha contrastato.

Convinti che quel che è successo in Calabria, senza il minimo coinvolgimento della base del partito, è stato un episodio di gravità inaudita, siamo fiduciosi che durante il congresso troveremo, lungo il percorso, molti compagni che vorranno mettere un freno alla deriva verso cui Bertinotti e tutto il gruppo dirigente della vecchia maggioranza stanno portando tutto il Prc. Perché l’opposizione comunista è irrinunciabile nel nostro paese.