Verso le amministrative: il ruolo di classe dell'Ulivo dal Veneto alla Puglia

 

Trovate di seguito:

- un comunicato stampa di Michele Rizzi (pubblicato nelle scorse settimane dalla Gazzetta del Mezzogiorno), coordinatore della nostra Associazione in Puglia, di intervento sulla crisi del tessile-calzaturiero in quella regione e contenente una proposta generale di prospettiva e di lotta che i compagni di Progetto Comunista di Barletta (Bari) stanno sostenendo con la loro partecipazione diretta davanti ai luoghi di lavoro -mentre il Prc purtroppo tace, in quanto presente nella giunta cittadina ulivista che ha scelto con chiarezza di stare dalla parte dei padroni.

- un comunicato stampa di dirigenti della sinistra rivoluzionaria del Prc di Venezia in merito alle prossime elezioni in quella città e contrario all'alleanza tra Prc e Ulivo. Il comunicato è stato ripreso dalla stampa veneta, in particolare dal Gazzettino e dal Corriere Veneto.

F.R.

 


 

COMUNICATO STAMPA

di Michele Rizzi

(Associazione Marxista Rivoluzionaria Progetto Comunista - sinistra del PRC)

Mi pare opportuno intervenire in questo dibattito molto interessante cercando di apportare un punto di vista certamente in contrasto  a quelli finora sviluppati anche da organizzazioni di sinistra.

Il grande sviluppo industriale avutosi tra la fine degli anni settanta e gli anni novanta del settore tessile-calzaturiero nella nostra zona sembra essere arrivato al capolinea per la fortissima concorrenza commerciale della Cina e di altri Paesi a più basso costo del lavoro: i manifesti della Lega nord, divenuta di colpo amica delle sorti dell’economia meridionale, apparsi sulle vetrine di alcuni negozi di Barletta, parlano della necessità di dazi commerciali contro "l’invasione" delle merci asiatiche.

Il padronato barlettano si affida ad un tale Panizza, leghista esperto di economia, per costruire un fronte padronale Nord-Est-Mezzogiorno d’Italia che di fatto porti a rendere più concorrenziali le merci italiane sul terreno della concorrenza internazionale. A questo punto viene da chiedersi come mai codesti signori che si dichiarano liberisti ed antistatalisti ad ogni piè sospinto, adesso chiedono che le organizzazioni statali ed internazionali intervengano per porre dei dazi commerciali, quindi con interventi regolatori del libero mercato.

Poi è alquanto clamoroso che i signori "industriali" barlettani, si lamentino della concorrenza cinese, quando loro stessi hanno diretto buona parte dei loro investimenti in Paesi quali quelli dell’Est europeo, in primis l’Albania, dove è possibile ottenere un margine di surplus economico superiore attraverso lo sfruttamento di manodopera a buon mercato.

L’idea che sottende questa operazione padronato barlettano-Lega è quella, non certo paradossale, del fare come la Cina, che di comunista ha ormai solo il nome del Partito, ossia eliminare le tutele sociali ed i vincoli che non renderebbero concorrenziali le loro merci, come l’art. 18, quindi libertà di licenziamento, introduzione dell gabbie salariali ed eliminazione dei contratti nazionali, ossia libertà di sfruttamento a gò gò.

La serrata del 16, appoggiata dal sindaco Salerno e dal Centrosinistra barlettano (mentre la maggioranza del PRC tace) non mi sorprende. L’unica soluzione che liberi dal giogo dell’oppressione sociale la classe operaia barlettana e per chi si pone la necessità della costruzione di un altro mondo possibile libero dal capitalismo e dal suo sfruttamento in Cina come in Italia, è fare come è stato fatto in molte aziende argentine (più di 200, tra cui la Zanon e la Bruckman), e cioè la cacciata del padrone corrotto, sfruttatore ed inefficiente e la gestione diretta delle fabbriche da parte dei lavoratori, che ha visto migliorare la gestione, con maggiori investimenti, e soprattutto aumentare vendite ed introiti divisi equamente tra chi lavora.

 


 

Comunicato stampa

 

di Luigi Bozzato, Francesco Doro, Enrico Pellegrini

(membri del Direttivo provinciale della Fed. di Venezia del PRC)

 

Progetto Comunista, sinistra del Prc: per una candidatura indipendente del Prc dal Centrosinistra e dal Centrodestra.

 

Per le elezioni comunali e provinciali nella provincia di Venezia del prossimo aprile 2004 l'Associazione Progetto comunista non ritiene "potabili", come affermato da esponenti della maggioranza bertinottiana del partito, nella conferenza stampa del 10.12.'03,  né i candidati espressione di partiti del centro liberale Ds-Margherita (D. Zoggia e A. Ferrazzi) eventualmente alleati alla sinistra riformista (Verdi, Pdci) né i candidati del centrodestra, ma propone a tutti i militanti del Prc e ai lavoratori la costruzione di un polo di classe anticapitalistico nella nostra provincia e nel paese.

Quindi una candidatura indipendente dei comunisti per portare nelle assemblee elettive dei comuni e della provincia la voce, le esigenze e gli interessi dei lavoratori, degli studenti, delle masse popolari.

Progetto comunista non ritiene positiva, per i lavoratori e per lo stesso partito, la politica opportunistica portata avanti dal Prc nelle giunte di centrosinistra, nei comuni e nella provincia, di cui il crollo del tesseramento e il malessere crescente dei militanti per le scelte politiche di accordi di governo, locali e nazionali, con il centro liberale di Prodi-D'Alema ne sono la diretta conseguenza.

Una politica che si è caratterizzata più nell'acquisire  assessorati, membri nei consigli di amministrazione dei servizi privatizzati (ACTV, VESTA, AMES, VEGA, ecc) fino alla richiesta pressante di dirigere gli stessi come nel caso dell'Agenzia AbitareVenezia, che rappresentare gli interessi della nostra classe di riferimento.

Il caso ACTV è emblematico: mentre il membro, nominato dal Prc, del consiglio di amministrazione votava gli aumenti dei biglietti, mentre la Giunta Comunale di Venezia, di centro sinistra, stava operando per smembrare l'azienda in tante piccole società, preparandola così alla futura svendita, Progetto comunista organizzava la lotta dei lavoratori pendolari di Chioggia contro l'aumento dei biglietti, per un miglioramento complessivo del servizio, in solidarietà ed unità con i lavoratori in lotta dell'ACTV contro lo spezzatino aziendale.

Progetto comunista, sinistra del Prc, rilancia quindi nel partito e nei movimenti una candidatura comunista ed operaia, che funga da riferimento per un polo di classe anticapitalistico, alternativo al Centrosinistra e al Centrodestra, che ponga al centro del suo impegno e programma non la corsa alle "poltrone" assessoriali ma la difesa intransigente dei reali interessi dei lavoratori e delle masse popolari.